SHUTTER (ชัตเตอร์ กด ติด วิญญาณ) del 2004 di Banjong Pisanthanakun & Parkpoom Wongpoom

“Gli spiriti a volte vogliono rimanere accanto a coloro che amano”!!!
Quando jumpscares, spiriti e leggende urbane finiscono in una sceneggiatura degna di chiamarsi tale, allora l’esito finale può risultare accattivante e micidiale, anche per chi è poco avvezzo a ‘ghost movies’ alla THE CONJURING e ANNABELLE che poco hanno a che fare con l’estremo e forse con addirittura con l’horror stesso. E’ il caso del più recente brasiliano MAL NOSSO e sopratutto del thailandese SHUTTER, film campione d’incassi nel suo paese, all’epoca della sua uscita nel 2004, e capace di conquistare anche il pubblico occidentale.
Il fotografo Tun e la moglie Jane, di ritorno in macchina da un matrimonio di un amico di Tun, investono una ragazza che muore sul colpo. Presi dal panico, i due scappano senza prestarle soccorso. Tutto sembra tornato alla normalità quando nelle fotografie scattate da Tun, durante una festa dei diplomi, iniziano ad apparire delle anomalie. Dei fasci di luce che assomigliano vagamente al volto di una ragazza …….
Pesantemente influenzato dai J-Horror nipponici, questo sorprendente film thailandese non sbaglia nulla. Dalla sceneggiatura, già elogiata in precedenza, dagli effetti speciali perlopiù tradizionali e dalla tensione in constante crescita, dove quest’ultima accompagnerà sapientemente gli innumerevoli colpi di scena, destinati ad esplodere nella parte finale decisamente shock e pessimista. A dare sostanza alla storia, di matrice ovviamente fantastica, una storia nella storia alquanto drammatica e disturbante afferente la ragazza, lo spirito che tormenta Tun, quando questa ancora era in vita.
Rimorsi, vigliaccheria e codardia della peggior specie finiranno per giustificare proprio quelle visioni che tanto hanno terrorizzato Tun ed i suoi amici, a dimostrazione di quanto il passato, se oscuro, torna pesantemente a richiedere il conto.
Oltre all’onnipresente tensione, un’altra costante è rappresentata dalla fotografia, oggetto di storie e leggende urbane che hanno inquietato e terrorizzato da decenni le persone più facilmente suggestionabili. Abilmente manipolate e create a regola d’arte, queste raccontano tutto quello che vine solo sussurrato nel corso della pellicola, finendo per raccontare attraverso una loro evoluzione storica come i raggi X. Saranno proprio delle radiografie ad illustrare ed anticipare l’agghiacciante verità sui tormenti fisici di Tun, finendo così per dare un senso alla frase anticipata dal direttore della rivista horror, intervistato da Tun ad inizio pellicola.
Un horror puro per buona parte che si trasforma ben presto in un revenge senza pietà alcuna, virando più volte sul thriller estremo con stupri e suicidi come contorno malsano.
Nel 2008 uscirà anche un inutile remake occidentale, da cestinare sicuramente.
SHUTTER è un film da vedere rigorosamente al buio, in religioso silenzio e senza voltarsi mai, altrimenti …. il torcicollo è assicurato! VALUTAZIONE 4/5

H.E.