ADORATION (2020) di Fabrice Du Welz

“You’ll never leave me, will you? No, never … Then I’ll always love you.” Fabrice Du Welz torna nelle sue amate Ardenne per girare una pellicola adolescenziale intima e legata in maniera sinistra con la follia presente in CALVAIRE e ALLELUIA, creando così una ipotetica trilogia ambientata nelle celebri colline e montagne del Benelux. Paul è dodicenne che vive con sua madre nella clinica privata del dottor Loisel, profondamente nascosta nei boschi delle Ardenne. A Paul piace vagare per la foresta e osservare la natura. Un giorno si scontra con Gloria, un’adolescente schizofrenica di circa quindici anni, finendo per innamorarsene. Poiché Paul pensa che Gloria sia in pericolo, la aiuta a fuggire. Questo è l’inizio di un lungo viaggio che porterà i due bambini nel cuore delle foresta e lungo un viaggio fatto di scoperte adolescenziali ma anche di pericoli spesso causati dalle allucinazioni di Gloria …….Apparentemente semplice, ADORATION è un film di una profondità disarmante, capace di fotografare un rapporto impulsivo ma reso perennemente estremo dalla schizofrenia di Gloria, ammortizzata e frenata solo dall’amore quasi paterno del suo compagno di viaggio Paul. Se da una parte la morte aleggia sempre nell’aria, dal volatile prima accudito ma poi ucciso di Paul fino ai genitori morti in un incidente aerei di Gloria, dall’altra è la vita a trionfare, grazie ad un istinto di sopravvivenza e impulso di conservazione fuori dall’ordinario, a tratti ingenuo e fanciullesco ma impossibile da abbattere. Atmosfere naturali e sospese a metà strada tra il primo Terrence Malick di BADLANDAS e quelle più recenti di Philippe Grandrieux, dove amori ossessivi mescolati a incubi ad occhi aperti rischiano di diventare letali, finendo per mettere in luce gesti e momenti che prendono forma e sostanza attraverso fiducia e lealtà oltre gli ostacoli della vita. Merito, senza dubbio, di una regia di livello, di una fotografia mozzafiato e di una colonna sonora immersiva ma anche e soprattutto di una prova eccezionale da parte dei due giovani protagonisti. Thomas Gioria (L’AFFIDO – UNA STORIA DI VIOLENZA) e Fantine Harduin (HAPPY END), abili nel trascinare lo spettatore in un micro cosmo adolescenziale ricco di sfumature, dove imprevedibilità, sensualità e prime scoperte sessuali finiranno per determinare il percorso iniziatico dei due ragazzi. Ritroviamo con piacere, anche se in un piccolo ruolo, il feticcio di Fabrice Du Welz, l’attore Laurent Lucas, mentre nel ruolo più importante, dopo quello dei giovani protagonisti, abbiamo Benoît Poelvoorde (Il cameraman e l’assassino), ottimo nei panni di un uomo colpito dalla malinconia e sofferenza per un amore perduto. Forse nella parte finale è mancata, ben conoscendo la poetica violenta del regista, quella sterzata che poteva elevare la pellicola in qualcosa di speciale, indirizzando la pellicola verso una poetica più estrema e pessimista. Ciò nonostante siamo al cospetto di una pellicola estremamente elegante, matura e affascinante, un viaggio nel cuore di tenebra di un’adolescenza sofferente e ferita nell’animo ma …. non per questo vinta dalle difficoltà della vita!! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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