AMERICAN GUINEA PIG – Bouquet of Guts and Gore (2014) di Stephen Biro

Il regista americano Stephen Biro, fondatore della nota casa di produzione Unearthed (punto di riferimento per tutti gli amanti del cinema gore ed estremo) nel 2014 da inizio ad una seconda serie Guinea Pig dopo quella giapponese iniziata negli anni 80 e composta da 6 episodi. Quest’ultima è divenuta famosa all’epoca grazie anche all’attore Charlie Sheen, il quale scambiò per snuff vero uno di questi mitici episodi! In questo primo capitolo della serie americana, Biro trae forse più ispirazione e omaggio ad un classico torture americano, ‘The Last House on Dead End Street’ del 1977 di Roger Watkins. Le maschere e molte sequenze estreme sono similari, idem l’atmosfera malata e la regia sporca e multipla.In questo nuovo corso, troviamo un torture secco e quasi accademico, con seghe, tenaglie e lame a padroneggiare senza tregua. La trama è semplicissima: due ragazze vengono rapite, anestetizzate con analgesici e LSD, per lenire il dolore, e poi torturate e fatte a pezzi nella maniera più brutale e spietata possibile da quattro uomini mascherati, specializzati nei filmati snuff. Tre di loro usano a turno le videocamere Super 8, mentre il quarto, il più corpulento, è il predestinato per i tagli e le amputazioni più feroci.Il rumore di fondo, simile ad un grosso ventilatore di un capannone industriale abbandonato, rappresenta la colonna sonora malsana dell’opera, mentre le due donne inermi e passive sono delle cavie disumanizzate totalmente, private non solo della vita, ma anche del dolore che ne comporta la perdita.Nel film ci sono anche degli accenni di necrofilia e cannibalismo, ma rimangono confinati in pochissimi secondi. Tremendissima la colonna sonora “naturale” nel finale, che mette i brividi e fa rizzare i capelli, almeno la prima volta che si visiona la pellicola.Una “fiesta” del gore estremo senza fronzoli o ammiccamenti, alla quale non interessa il compiacimento dello spettatore, anche se il rischio noia è dietro l’angolo. Nel bene o nel male rappresenta oramai un punto di riferimento dei torture della filmografia moderna. L’assenza di una trama più robusta però lo penalizza nel giudizio finale, ponendolo uno scalino sotto i vari film di genere più recenti, come THE HUMAN CENTIPEDE 2 (2011, Tom Six), VISCERAL Between the Ropes of Madness (2012, Felipe Eluti) e soprattutto il secondo capitolo della serie GUINEA PIG americana “BLOODSHOCK” (2016, Marcus Koch) decisamente più innovativo ed originale nella trama e rappresentazione della storia. Se amate i film gore e torture la visione è consigliata. VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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