AN AMERICAN CRIME (2007) di Tommy O’Haver

“I’M A PROSTITUTE AND PROUD OF IT”
Film drammatico a tinte fortissime basato su uno dei peggiori crimini della storia dello stato dell’Indiana (USA), ovvero la tragica e triste storia di Sylvia Likens. Un’opera potente e inquietante destinata a mettere in luce la cattiveria umana nella sua forma peggiore, quando questa diventa figlia di invidia, instabilità mentale, depressione e follia infantile. Una serie di malvagità umane gettate selvaggiamente addosso ad una minorenne, colpevole di essere finita nella casa sbagliata al momento sbagliato.
1965, Indiana. Un processo, molto sentito dalla comunità e dai media nazionali, sta per entrare nel vivo. L’oggetto del dibattito processuale riguarda le vicende di Sylvia e Jennie Likens, figlie minorenni di due giostrai, le quali sono finite per vivere per alcuni mesi, in cambio di un assegno settimanale di 20 dollari, presso l’abitazione della signora Gertrude Baniszewski, madre di sei figli (5 femmine ed un maschio). Inizia così un racconto dettagliato, tramite i racconti dei testimoni, di quei tragici eventi e da come sono iniziati. La signora Gertrude Baniszewski soffre di depressione e questo, almeno inizialmente per Sylvia e Jennie, non sembra influire pesantemente sull’equilibrio familiare, fragile ma dentro ragionevoli limiti. Quando però inizia a prendere di mira Sylvia, la più grande delle due sorelle nuove inquiline, la donna finirà per umiliarla in maniera sempre più pesante, passando dalle parole alle torture fisiche, come bruciarle le sigarette addosso o frustarla. Un giorno le torture, sempre davanti ai propri figli e ragazzi vicini di casa, finiranno per superare limiti sempre più estremi. Dopo averle spaccato una bottiglietta di vetro nella vagina la fa gettare in cantina dai suoi ragazzi e ragazze. Per la povera Sylvia, impossibilitata a contattare i genitori lontani per lavoro, inizia un incubo senza fine, fatto di torture, abusi e sevizie ….. lontane dalla luce del sole e di occhi indiscreti ….
Questo film è uscito lo stesso anno di THE GIRL NEXT DOOR, film tratto dall’omonimo romanzo di Jack Ketchum, basato proprio come questo sulla vicenda criminale che vide purtroppo protagonista Sylvia Likens. Se THE GIRL NEXT DOOR è un film più vicino all’horror che al dramma, dove le torture sono visivamente scioccanti, questo film di Tommy O’Haver predilige una spina dorsale basata principalmente sull’atto processuale e su una caratterizzazione più drammatica e commovente degli eventi. Questo però non evita la durezza e ruvidità di una pellicola che gode di una deriva estrema che mette più volte a dura prova lo spettatore, costretto a visionare imponente, ancora di più se consapevole che si tratta di una storia vera, alle tristi vicissitudini della ragazza vittima delle sevizie capitanate dalla bestiale madre di famiglia. Il film, almeno da quanto appurato, alterna cruda verità a frangenti ammorbiditi (a dimostrazione che la realtà supera sempre la fantasia) per l’occasione, come ad esempio alcuni abusi sessuali omessi o l’obbligo a consumare le proprie feci per giorni. Bravissime le attrici Ellen Page e Catherine Keener, rispettivamente nei panni di Sylvia e della diabolica Gertrude, entrate, soprattutto la seconda, visceralmente in parti tutt’altro che semplici. Ottima anche la conclusione stile documentario, dove conosceremo il destino di tutti i principali protagonisti, perlopiù in negativo, di questa dolorosa e angosciante storia. Se volete un film dove odiare pesantemente la razza umana, questo ‘disturbing drama’ è quello giusto per farvi incazzare come non mai! Maledettamente tosto!!! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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