ANIMAL FARM (LA FATTORIA DEGLI ANIMALI) del 1954 di Joy Batchelor & John Halas

Uno dei primi film d’animazione destinati ad un pubblico adulto. Non certo per scene o sequenze erotiche (totalmente assenti) o estreme, ma per la satira parzialmente velata della rivoluzione degli animali, chiaro riferimento alla rivoluzione russa di inizio secolo scorso e non solo, perché i riferimenti ai regimi totalitari degli anni ’30 ed al capitalismo americano sono molteplici. Disegni disneyani e violenza mai mostrata completamente (però sempre intuibile, in quanto le morti più crudeli non si vedono ma ci sono) per un capostipite dell’animazione drammatica di un’opera tratta (con alcune differenze di contorno nei personaggi presentati) dal celebre romanzo omonimo di George Orwell del 1945 (uno dei più importanti e celebri del secolo scorso) e divenuta in parte profetica per gli anni a venire sull’URSS e sui regimi comunisti sparsi per mezzo mondo.
La storia è ambientata in una fattoria padronale inglese, gestita dal perfido e ubriacone sig. Jones. Gli animali della fattoria, esasperati dal poco cibo distribuito loro dal sig. Jones, decidono di riunirsi per organizzare una rivoluzione e prendere possesso della fattoria. A capeggiare la rivoluzione il maiale più anziano, il saggio ‘vecchio maggiore’, il quale dopo aver dettato le regole della rivoluzione, con la prima regola ‘gli animali sono tutti uguali’, muore di crepacuore. Nonostante la sua morte, gli animali della fattoria, capeggiati dai maiali, riescono nell’intento di scacciare il sig. Jones dalla fattoria ed impadronirsi della fattoria. A rivoluzione compiuta e dopo un periodo di pace e prosperità, inizieranno le lotte interne nel gruppo dei maiali e ben presto tutti scopriranno che gli animali sono tutti uguali ma …. alcuni animali sono più uguali di altri…….
Prendendo spunto dalla rivoluzione di Lenin, la storia affonda la lama su una serie di caratteristiche umane onnipresenti, utilizzando intelligentemente gli animali della fattoria che con le peculiarità ne rappresentano benissimo vizi e virtù, destinate a far naufragare utopie e ponendo al primo posto l’avidità, la sete di potere e lo sfruttamento del più debole, destinato quest’ultimo ad essere sempre ingannato e preso in giro. Tagliente e sottile il riferimento anche alla politica degli anni ’30, dove trattavano con i regimi totalitari prima, in nome del dio denaro, per poi desiderare di abbatterli (raffigurati dall’avido umano imprenditore della carne).
Una storia che demolisce senza fronzoli il concetto di rivoluzione, in quanto il potere gestito dall’uomo, spesso più animale dell’animale stesso, finirà per essere sopraffatto quando è salito in cima ed è armato del potere combattuto fino al giorno prima.
Se il romanzo di Orwell è un capolavoro indiscutibile della letteratura, questo film d’animazione è una pietra miliare dell’animazione più seria degli ultimi 60 anni. Fondamentale! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.