AROUSED (1966) di Anton Holden

Finito di vedere questo poderoso proto-slasher del 1966, misconosciuto in Italia, la domanda sorge spontanea: MANIAC di William Lustig è il remake di questo film? Se non lo è, poco ci manca, in quanto alcune sequenze, sotto trame e scene sembrano essere prese a piene mani da questo thriller estremo (per l’epoca ma non solo) che mescola energeticamente sexploitation, noir e perfino l’horror (strangolamenti e lame affilate non si faranno pregare). New York, Manhattan. Una prostituta viene brutalmente assassinata tramite strangolamento. Sarà solo l’ennesima vittima di uno psicopatico senza nome e volto che sta terrorizzando le notti insonni di decine di prostitute e della polizia sulle tracce. Un poliziotto e una prostituta, la cui amante è stata vittima del killer seriale, uniscono le proprie forze per identificare il folle maniaco. I sospetti di lei cadranno inevitabilmente su un barista feticista, figlio di una prostituta e che colleziona manichini ….. Oggetto di squallide censure in alcuni cinema americani all’epoca della sua uscita, questo AROUSED non ha avuto nel tempo il successo che meritava. Non è passato inosservato però agli addetti ai lavori, in quanto al suo interno si possono trovare evidenti ispirazioni per molteplici registi e differenti pellicole. Da Tarantino al succitato Lusting fino a ‘The Bunny Game’, feroce pellicola in bianco e nero del 2012, dove anche in questo caso, come per MANIAC, alcune sequenze sembrano copiate e incollate da questo AROUSED.Se alcuni parti erotiche, piacevoli ma gratuite all’interno della pellicola, indicano un periodo storico ben preciso, afferente il cinema Grindhouse, altre (le brutali uccisioni delle prostitute e l’agghiacciante finale) sono avanti anni luce per l’epoca e riscontrabili, per violenza estetica, in quegli anni solo nel cinema giapponese o in quello del geniale Herschell Gordon Lewis. Qua però l’ironia del maestro di Pittsburgh è totalmente assente e l’influenza maggiore, nelle atmosfere e nei personaggi, ombrosi e poco limpidi, è perlopiù quella del noir metropolitano. Sarà proprio rappresentazione sporca e squallida della grande mela ad alimentare quella sensazione sgradevole e di terrore quasi horror che primeggia nei frangenti più estremi (tra le tante quella nell’ascensore, puro slasher e sangue a fiumi) a rappresentare al meglio tutta la perversione, degenerazione e follia omicida del serial killer. In conclusione se mettiamo sulla bilancia questo film e MANIAC, quello di Lusting vince a mani basse (per violenza estrema e caratterizzazione sporca del serial killer) …. valutata l’originalità e i tempi differenti di uscita (14 anni), non siamo poi così lontani. Una gloriosa perla estrema da visione fondamentale!! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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