ARREBATO (1979) di Iván Zulueta

 

In anticipo sui tempi rispetto al leggendario VIDEODROME del mitico Cornenberg, solo per quanto concerne la visione mistica della televisione (il cinema in questo caso) come mezzo per esplorare il labile confine che divide le molte realtà che ci circondano, ARREBATO dello spagnolo Iván Zulueta, funambolico regista e fumettista braccato in patria, amante della psichedelia, dell’eroina e del cinema più sperimentale, è divenuto un film culto ed irripetibile, un vero omaggio al cinema più puro e primordiale, capace di influenzare decine di cineasti iberici, e non solo, negli anni successivi.
José Sirgado è un regista cinematografico che sta attraversando un periodo di crisi depressiva dovuto all’uso eccessivo di sostanze stupefacenti. Sentendosi estremamente insoddisfatto della sua vocazione e della sua eroina Ana, dipendente dall’eroina come lui, arriva al suo appartamento per scoprire un pacco misteriosi inviatogli dal suo amico Pedro, che non vede da anni. Contiene una bobina di pellicola super 8mm, un’audiocassetta e una chiave per l’appartamento di Pedro, strano ed allucinato personaggio con cui condivideva in passato il sogno di diventare un regista famoso. La vicinanza di Ana e il nastro lo spingono a riflettere e ricordare, con fatica, quel periodo della sua vita in cui si sentiva giovane e onnipotente, in cui la relazione con Ana andava a gonfie vele e le droghe non erano che uno stupido diversivo per trascorrere le giornate. Ma quando i flashback riaffiorano una strana sensazione di occultamento ed offuscamento pericoloso della realtà e del presente, inizia a far vacillare l’anima confusa di José …
Magia, illuminazioni improvvisi, misticismo, fantascienza, sesso estremo e senza barriere, stupefacenti effetti visivi caleidoscopici e altre diavolerie senza razionalità, sono raccontate e mostrate attraverso una multipla visione della cinepresa destinata ad interagire, con spettacolarità, con la realtà, fondendosi e scambiandosi in continuazione con il sogno ad occhi aperti e poco lucido di José. Il fanatismo cinematografico ed audiovisivo ossessivo, che cita spesso il vampirismo, parallelismo azzeccato con la fobia di José, finirà per fagocitare e divorare tutto, protagonisti e spettatori (noi) compresi, incapaci ma felici di visionare un’opera talmente visionaria e confusa, al punto di lasciarci, dopo l’eccentrico e surreale finale, rapiti e stupiti in eterno (proprio come il suo etereo protagonista, ‘Arrebato’ appunto). L’alternanza tra siparietti animati e spesso infantili, inquietanti narrazioni registrate simili a quelle del professore pazzo di ‘LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO’ di Pupi Avati, visioni eteree e scontri sessuali immersi nell’eroina, non ci permetterà mai di abbassare la guardia, ma nemmeno di focalizzare l’anima strana che pervade questa pellicola, scivolando in un gioco infinito, di specchi ultra terreni, claustrofobico e lisergico innaturale. Un pezzo da 90 del cinema spagnolo più sperimentale, delirante e grottesco, da recuperare senza esitazione alcuna ma …. attenti a non scomparire a fine visione 😀 ! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.