In anticipo sui tempi rispetto al leggendario VIDEODROME del mitico Cornenberg, solo per quanto concerne la visione mistica della televisione (il cinema in questo caso) come mezzo per esplorare il labile confine che divide le molte realtà che ci circondano, ARREBATO dello spagnolo Iván Zulueta, funambolico regista e fumettista braccato in patria, amante della psichedelia, dell’eroina e del cinema più sperimentale, è divenuto un film culto ed irripetibile, un vero omaggio al cinema più puro e primordiale, capace di influenzare decine di cineasti iberici, e non solo, negli anni successivi.
José Sirgado è un regista cinematografico che sta attraversando un periodo di crisi depressiva dovuto all’uso eccessivo di sostanze stupefacenti. Sentendosi estremamente insoddisfatto della sua vocazione e della sua eroina Ana, dipendente dall’eroina come lui, arriva al suo appartamento per scoprire un pacco misteriosi inviatogli dal suo amico Pedro, che non vede da anni. Contiene una bobina di pellicola super 8mm, un’audiocassetta e una chiave per l’appartamento di Pedro, strano ed allucinato personaggio con cui condivideva in passato il sogno di diventare un regista famoso. La vicinanza di Ana e il nastro lo spingono a riflettere e ricordare, con fatica, quel periodo della sua vita in cui si sentiva giovane e onnipotente, in cui la relazione con Ana andava a gonfie vele e le droghe non erano che uno stupido diversivo per trascorrere le giornate. Ma quando i flashback riaffiorano una strana sensazione di occultamento ed offuscamento pericoloso della realtà e del presente, inizia a far vacillare l’anima confusa di José …
H.E.