BASKIN (Baskın: Karabasan) del 2015 di Can Evrenol

L’inferno non é un posto nel quale andare. Portate l’inferno con voi ogni momento, lo portate costantemente dentro di voi”. Clive Barker incontra Lucio Fulci nel film d’esordio del turco Can Evrenol. Una pellicola che prende spunto da un cortometraggio, omonimo, uscito solo due anni prima dello stesso autore. Evrenol, forte, come si nota dai suoi lavori, di una cultura cinematografica americana e europea, lontana quindi dalle trashate turche del secolo scorso, da sfogo in grande stile a quanto già visionato nei suoi primi lavori, diverso cortometraggi tra i quali quello sopra citato, grondanti sangue, terrore e surreale. Turchia. Un gruppo di 5 poliziotti, tra i quali abbiamo la nuova recluta Arda, a seguito di una segnalazione si recano presso un’edificio abbandonato, maledetto secondo diverse leggende locali. Giunti sul posto i poliziotti finiranno per ritrovarsi in un girone dantesco dove una setta, dedita a cannibalismo e satanismo, sembra decisa ad aprire un portale verso l’inferno, usando come cavie Arda e i suoi colleghi …… Può capitare spesso nel cinema horror che l’aspettativa creata per un evento estremo, finisca per superarlo e diventare essa stessa il pezzo forte del film. E’ il caso di questo BASKIN, che presenta, con un ampio prologo, una intrigante atmosfera surreale che non promette nulla di buono, alimentando curiosità verso la storia del protagonista Arda e per il male che sembra annidarsi tra il gruppo di poliziotti pericoloso e sinistro sin dai primi minuti di questa storia. Se la prima parte gode del giusto ritmo, che alterna persino momenti spensierati ad altri inquietanti, nella seconda, dove si accelera, si cerca di scioccare e stupire a tutti i costi lo spettatore, con urla continue, orde di essere disumani e sudici, avvezzi alle orge ed al sacrificio umano, oltre ad una sana dose di satanismo old style. Sarà , oltre all’affascinante fotografia in stile giallo all’italiana degli anni ’70, il finalissimo a sorpresa, a mantenere alto il livello di qualità della pellicola , chiudendo abilmente un cerchio ‘temporale’, legato anche al passato tragico di Arda. Un punto di forza da una parte che però ha rischiato di lasciare parecchio amaro in bocca a chi si aspettava solo un torture super estremo. BASKIN, nonostante la non convincente seconda parte (considerato la super aspettativa creata dalla prima parte), rimane un film horror accattivante e ricco di suggestione estrema, con una riuscita miscela di gotico, effetti speciali vecchia scuola, torture e grottesco surreale! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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