BEAUTIFUL KATE (2009) di Rachel Ward

 

Outback australiano, polveroso e desolante. Un padre morente, una duplice tragedia familiare del passato sepolta e mai dimenticata, una resa dei conti psicologica padre figlio inevitabile, suicidi, incesti e segreti inconfessabili, sono i numerosi ingredienti di questo solido e commovente ‘disturbing drama’ australiano. Opera abilmente narrata attraverso flashback continui e visioni metaletterarie, descritte attraverso il diario del protagonista scrittore, che mescolano continuamente realtà, fantasie, passato e presente.
Ned, uno scrittore australiano quarantenne, in compagnia della nuova fidanzata, raggiunge la casa dove il padre sta morendo. SI riaffacciano così antichi conflitti familiari, scoperte e attrazioni dell’adolescenza e soprattutto i ricordi della “bellissima Kate”, sorella gemella del protagonista, morta in circostanze misteriose un’estate di molti anni prima ……
Bryan Brown e Ben Mendelsohn sono due garanzie assolute del cinema australiano, perfetti nell’incarnare quello spirito coloniale mai sopito e che aleggia continuamente nell’aria durante il film, attraverso un rapporto di colpevolizzazione costante nei confronti degli aborigeni, usati come pretesto per le colpe proprie.
In questo caso il cuore del film è rappresentato da un oscuro segreto familiare, che portò in passato alla morte, dalla dinamica inizialmente occultata e misteriosa, della gemella di Ned e del loro fratello maggiore.
Il percorso che porterà alla verità sarà tortuoso, spigoloso e raccontato attraverso i ricordi sempre vivi di Ned, costretto ad affrontare i fantasmi che lo logorano da più di vent’anni. Se il rapporto con il padre appare inizialmente cruciale, per gli eventi tragici della famiglia, ben presto scopriremo i veri colpevoli del misfatto, attraverso situazioni inquietanti e morbose, mostrate senza alcun fraintendimento.
BEAUTIFUL KATE non è un film facile, dove lo scavare a fondo nel passato familiare da parte di Ned avviene senza frenesia o volontà di scioccare a tutti i costi, rischiando così di annoiare lo spettatore più avvezzo a film occidentali più dinamici e frenetici nella narrazione. Per fortuna, il finale ripagherà non poco le attese, in quanto la chiusura del cerchio, con le rivelazioni sugli incesti familiari e su chi ne fosse realmente partecipe e testimone, non lascerà alcun dubbio sulle molteplici personalità mostrate nella pellicola. Commovente il dialogo finale padre figlio, atto conclusivo tutt’altro che banale di un film intenso, che brucia lentamente nel suo incedere ma esplode al momento giusto. Se amate i film drammatici a tinte forti ed il cinema australiano più vero, questo BEAUTIFUL KATE è sicuramente da recuperare e vedere. VALUTAZIONE 8/10

 

H.E.