BECKY (2020) di Cary Murnion & Jonathan Milott

Dopo i primi due lungometraggi COOTIES e BUSHWICK (un horror comedy ed un post apocalittico non proprio esaltanti), i due registi americani Cary Murnion & Jonathan Milott si giocano la carta dell’horror revenge, percorrendo strade collaudate del genere e sparando fuori un’opera senza infamia e con diverse lodi …. prima su tutte un mix di violenza, gore e splatter degno dei migliori indie estremi del decennio scorso.La tredicenne Becky, reduce dalla morte per malattia della madre avvenuta mesi prima, si trova a passare il week end con il padre, la sua nuova fidanzata ed il figlio di quest’ultima. Becky non accetta la nuova compagna del padre e finisce per chiudersi in se stessa e passare la maggior parte del tempo assieme ai suoi due cani. Nel frattempo due uomini incarcerati, durante un trasferimento ad una altra prigione, riescono ad evadere. I due sono diretti proprio nella casa del padre di Becky, nella quale vi è custodita una chiave nascosta anni dietro da uno dei due uomini, Dominick. La fortuna vuole che durante l’invasione domestica di Dominick e del suo scagnozzo, Becky si trovava nel suo rifugio nel bosco, permettendole così di sfuggire inizialmente alla cattura dei due criminali. Sola e senza cellulare, Becky farà di tutto per salvare la vita sua, di suo padre e degli altri ostaggi ……Questo film, come accennato in precedenza, percorre territori horror ampiamente conosciuti, Primo su tutti, un’improvvisata eroina capace di avere la meglio su persone senza scrupoli e fisicamente il doppio di lei. Un AXE (Lisa, Lisa) 2.0 che riesce, non senza difficoltà, a mettere sul piatto numerose tematiche: dal bullismo (ottimo il parallelismo tra scuola e carcere dei primi minuti) al dramma familiare (il lutto per la morte della madre amplificato dai ricordi), finendo a trattare i conflitti familiari destinati a tramutarsi in dolorosi rimorsi. Se la cornice non appare per nulla banale la trama principale (come la regia) appare al contrario troppo semplice. Nonostante questo il film funziona, almeno per quanto concerne l’intrattenimento estremo legato alle esplosioni improvvise di violenza con protagonista la pre adolescente Becky. Una figura, questa sì, ben caratterizzata psicologicamente e presentata molto bene sin dai primi minuti. Lo stesso discorso vale per il suo antagonista, il neo nazista Dominik. Un criminale della peggior specie che non esita, come scopriremo nei primi minuti, a uccidere a sangue freddo dei bambini innocenti, colpevoli solo di incrociare la sua strada di sangue e morte. Se alcuni dialoghi e recitazioni dei personaggi di contorno lasciano spesso a desiderare, sarà l’azione, associata sempre ad una sana violenza becera, a trascinare la pellicola e coinvolgere lo spettatore nella gesta ‘stile Rambo’ della piccola Becky, Una personalità non proprio angelica, com scopriremo strada facendo, che necessitava proprio di una scintilla per scaturire tutta la rabbia repressa e ben nascosta dentro di lei sin dall’infanzia. Scontro finale esagerato (con una scena gore degna del miglior Brian Paulin) che anticipa un finalissimo non proprio risolutore, assai confuso e sicuramente imperfetto. Nulla di nuovo sotto il sole estremo, però ….. se cercate un revenge estremo non troppo impegnativo, grondante sangue, ricco di frattaglie umane e con un’improbabile vendicatrice, BECKY è il film perfetto per voi. VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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