BLACK METAL VEINS (2012) di Lucifer Valentine

Nel mezzo della celebre VOMIT GORE quadrilogy (iniziata nel 2006 con SLAUGHTERED VOMIT DOLLS e terminata nel 2015 con BLACK MASS OF THE NAZI SEX WIZARD) Lucifer Valentine, ‘amatissimo e stimato’ dai suoi colleghi registi indie di tutto il mondo, nel 2012 sparava fuori un’opera decisamente singolare. Un documentario incentrato sulle malsane storie di vita di cinque tossicodipendenti americani: Chris, Brad Allen, Raven, Doom e Autumn Misery. Un’opera sgradevole, marcia e che alterna storie drammatiche dei diversi intervistati a sequenze in puro stile Valentine, con stupri, violenza fisica, vomito, VHS di filmati amatoriali (che ricordano non poco quelle presenti nella VOMIT GORE con portagonista Angela da bambina), visioni spesso annebbiate e volutamente offuscate dei vari ragazzi e ragazze mentre si bucano o fumano crack. <br>L’opera inizia in maniera didascalica, con interviste ‘serie’ ai protagonisti. In particolare a Raven (una ragazza madre dal passato disagiato e dal presente ancora peggiore), e Brad (che sin da bambino ha assunto farmaci pesanti come l’ossicodone a causa di una rara malattia), al quale seguiranno in seguito lunghe interviste della madre, anche lei con problemi di tossicodipendenza e deceduta pochi giorni prima della fine delle riprese di questo documentario. Ad intervallare le interviste troviamo video in bianco e nero ripresi in una sala prove, con Brad e altri che suonano black metal, citato nel titolo ma poco presente nel corso del documentario, escluso però un breve dialogo di Brad e Doom di pochi minuti, nel quale ne parlano in maniera sommaria e superficiale associando lo stesso al satanismo tanto caro a Lucifer. L’opera, oltre a dare sfogo ai deliranti dialoghi sconnessi dei vari ragazzi, segue le varie fasi di preparazione di uso ed abuso di eroina e crack da parte loro, quasi sempre ripresi nel medesimo luogo. Dopo mezz’ora il documentario cambia decisamente registro, mostrando il cambiamenti di alcuni di loro dopo sei mesi dalle prime interviste mostrate nei primi minuti. Uno di loro, Chris, padre anche di un bambino, nel frattempo è deceduto a causa di un overdose. Proprio questo evento mostrerà l’assoluta assenza di emozioni ed empatia da parte degli altro suoi ‘compagni di viaggio’, i quali, proprio per le dosi massicce e continue di eroina e crack, sembra proprio non fregargliene nulla dell’amico scomparso. L’introduzione della figura femminile di Autumn Misery, porterà Valentine al cinema estremo, sporco e sconnesso che conosciamo. Tra storie di prostituzione e degrado raccontate da lei, seguiranno nelle mezz’ora finale sgradevoli e scioccanti stupri ai danni suoi e di Raven mentre saranno offuscate dalla dose appena sparata in vena di eroina. Vere o no, queste sono e saranno le parti più shock assieme alla trasformazione fisica distruttiva di Rave (sei mesi dopo la prima intervista) e di Brad, con i denti praticamente marci dopo anni di tossicodipendenza di eroina e crack (sulle unghie kilometriche sorvoliamo). Nel finale scopriremo poi il tragico destino dei vari protagonisti, i quali appaiono poco consapevoli del tunnel intrapreso con l’uso incessante e massiccio di stupefacenti. Una discesa senza fine che appare figlia proprio di una scelta puramente personale, anche se facilitata da un passato ed un presente fatto di miseria e degrado sociale.
Nella varie versioni distribuite nel tempo, da parte della UNEARTHED e BLACKLAVA, quella più recente di quest’ultima, uscita nel 2017, è sicuramente quella più ricca e corposa per quanto concerne gli extra e la possibilità di visionare il documentario completamente sub eng e non parziale come nelle prime versioni. Negli extra, troveremo oltre a vari video inediti del dietro alle quinte, due brevi interviste a Raven (ora ingrassata di venti chili ma esteticamente disintegrata) e Autumn Misery dieci anni dopo, sicuramente migliore di quando Lucifer la riprese mentre veniva soffocata ed abusata dal suo ora ex ragazzo Brad. BLACK METAL VEINS è un documentario horror a tutti gli effetti, dove non si censura nulla per quanto concerne i rituali della tossicodipendenza di eroina (tra le varie si sarà anche un rapporto orale con annesse nudità per nulla censurate), con riprese senza sosta dei soggetti mentre ‘viaggiano’ nell’oblio dopo la cosiddetta ‘pera’ o mentre fumano crack. Questo lavoro non si discosta quindi, per stile e confusione nel montaggio, dagli altri lavori, di pura finzione estrema, di Lucifer Valentine. Confuso ma …. estremo!! VALUTAZIONE 3,5/5


H.E.

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