BLANCANIEVES (2012) di Pablo Berger

Flamenco, toreri, arene, nani e … Biancaneve. L’ennesima opera cinematografica ispirata alla celebre fiaba dei fratellil Grimm, è una stupenda favola gotica, drammatica e grottesca, realizzata in bianco e nero e rigorosamente muta utilizzando solo didascalia e sottotitoli, in linea perfetta con gli anni nei quali la storia è ambientata.
Andalusia, anni ’20. Antonio Villalt è un torero all’apice del successo. Proprio quando la bella moglie sta per partorire, Antonio è vittima di un grave incidente nell’arena, dove un toro lo colpisce quasi mortalmente costringendolo a rimanere paralizzato. All’evento nefasto si aggiunge la tragedia della moglie morta mentre vine alla luce la figlia di Antonio, Carmencita. In ospedale Antonio conosce Ercana, una donna perfida, bella ed ambiziosa, che non esita ad allontanare l’ex torero dalla madre della sua ex moglie e di conseguenza la piccola Carmencita. Quando la nonna di Carmencita muore, questa è costretta ad andare a vivere con la matrigna ed il padre paralizzato. Nonostante Ercana (che tradisce Antonio con il suo ‘arredatore’), che gode della fortune di Antonio dopo averlo sposato, cerchi di mantenere divisi Carmencita e Antonio, tra i due inizia un rapporto padre figlia unico e che porta la piccola Carmencita a sognare di diventare una torera. Quando tutto sembra andare per il meglio, succede un ‘incidente’ che mette in serio pericolo la vita di Carmencita prima ma che le regalerà un’incredibile rivincita sulla sua vita fino ad allora poco fortunata …..
BLANCANIEVES appare sin da subito una evoluzione, e non solo un omaggio, al cinema muto, filtrandolo attraverso una visione moderna dove lo stile di quel cinema glorioso si arricchisce di tecniche originali e frangenti accattivanti, figli del cinema più recente. A rendere magnetico e affascinante questo film, è soprattutto la sua anima drammatica, dove l’amore silenzioso del padre per la figlia (e viceversa) riempe prima il cuore per poi frantumarlo fragorosamente. E’ proprio in quel frangente che inizia la nuova versione della favola di Biancaneve, dove i nani prima e la strega poi (con mela avvelenata annessa) finiranno per caratterizzare con forza la storia riconducendola alla famosa fiaba di fratelli Grimm. Ad impreziosire il tutto, oltre alla bellissima parabola della torera donna, saranno i frangenti e situazioni weird e bizzarre, con riferimenti, spesso amari, a capolavori del cinema come FREAKS di Tod Browning e THE ELEPHANT MAN di David Lynch. Sarà proprio la rivalsa dei più debole e sfortunato, Carmencita/Biancaneve (al fianco dei suoi piccoli amici nani, 6, perché ‘non sanno contare’), a diventare la forza dirompente della seconda parte, la quale bilancia sapientemente quella più emotivamente drammatica della prima. Perla assoluta il finale, con tanto di bara di cristallo e atteso bacio per risvegliare la bella e malinconica torera.
Una favola nera sorprendente e che regala, senza respiro ed in religioso silenzio, emozioni forti e controverse come solo il grande cinema muto del passato era riuscito a fare. VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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