BLOOD FOR DRACULA (1974) di Paul Morrissey

Dopo il vulcanico ed effervescente FLESH FOR FRANKENSTEIN, Paul Morrisey firma, da un’idea di Andy Warhol e supportato nella regia da Antonio Margheriti, il secondo film in Italia. L’eclettico e magnetico Udo Kier, dopo quelle del dottor Frankenstein, assume le sembianze di un altro mito del genere horror, ovvero quelle del conte Dracula. Senza mai prendersi troppo sul serio, il film riesce a navigare benissimo tra trash, erotismo e horror, scivolando con estrema eleganza sull’ironia (complice una delle ultime e sublimi interpretazioni di Vittorio De Sica nei panni del marchese Di Fiore) e stravolgendo con estremo piacere il Dracula di Bram Stoker, finendo, forse senza volerlo, per lasciare ai posteri uno dei film sul vampirismo più brillanti e originali di sempre. Il Conte Dracula sa bene che se non riesce a bere la quantità richiesta di puro sangue vergine rischiando così di finire nell’oscurità delle tenebre per sempre. Il suo assistente gli suggerisce fare un viaggio in Italia, dove le famiglie sono note per essere particolarmente religiose, e di conseguenza dovrebbe essere un posto eccellente per cercare una sposa vergine. Giunti in Italia i due finiscono per incontrare una famiglia nobile oramai decadente dal punto di vista economico, i marchese Di Fiore, con ben quattro figlie vergini. Quando tutto sembra andare per il meglio le verità sulla verginità di alcune di loro finirà per causare diversi guai al Conte, costretto ad affrontare ben presto il servo comunista dei marchesi (che non esita da tempo e segretamente a scivolare nel letto delle quattro ragazze), intenzionato a scoprire le vere intenzioni di Dracula e del suo assistente ….. Noto, come altre pellicole degli anni ’70 con molteplici titoli (Andy Warhol’s Dracula, Dracula vuole vivere: cerca sangue di vergine!, Sangue per Dracula, Dracula cerca sangue di vergine), questo film è divenuto, assieme al suo ‘fratello’ citato in precedenza, un piccolo cult del genere horror, capace di mescolare con rara maestria la commedia grottesca con elementi purissimi del genere exploitation dell’epoca, come erotismo, splatter e gore (memorabile Udo Keir che vomita sangue ‘impuro’ e la gloriosa scena finale delle amputazioni). Una pellicola solida e riuscita, capace di lasciare ampio spazio alla caratterizzazioni dei suoi protagonisti primari e secondari, di sfornare perfino elementi politici e sociali (come buona parte del cinema italiano di quegli anni), dove buona parte del merito va dato proprio alle prove degli attori. Dai già citati Udo Kier e Vittorio De Sica, fino al fidato (per il mondo cinematografico di Andy Warhol) Joe Dalessandro fino alle quattro figlie del Marchese, tra le quali vanno citate senza dubbio una sempre brava MIlena Vukotic e una Silvia Dionisio fatta passare per una quattordicenne (ne aveva dieci in più nella realtà). Da elogiare infine una brillante e vintage colonna sonora ad opera di Claudio Gizzi ed un cameo simpatico di Roman Polanski nei panni di un contadino giocatore d’azzardo nella prima parte del film. Un vero gioiello del sotto genere horror dedicato a Dracula e al vampirismo, forse unico nel suo genere! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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