BORGMAN (2013) di Alex Van Warmerdam

“E scesero sulla terra per rafforzare la loro posizione”. Con queste parole profetiche che sembrano uscite dalla bibbia, inizia questo sensazionale film dell’assurdo, inquietante e spesso inafferrabile proprio come il suo eccentrico e misterioso protagonista, Camiel Borgman. Dopo una caccia all’uomo iniziale, in un bosco e da parte di un gruppo di uomini armati capeggiati da un prete, a Borgman e i suoi amici, i quali vivono tranquillamente sottoterra, seguiamo il nostro mefistofelico Borgman presentarsi senza successo presso diverse abitazioni di persone benestanti che vivono in prossimità del bosco. Quando si presenta per la prima volta alla porta di una coppia felicemente sposata e benestante, affermando di conoscerli, Marina e Richard, Borgman, complice l’aspetto trasandato e simile ad un barbone, viene preso a pugni dal marito. Successivamente si presenta nuovamente sbarbato e pulito e riesce ad essere accettato dal marito, non prima di aver usufruito del bagno e della misteriosa complicità della moglie. Anche le figlie delle coppia e una bambinaia finiranno per cedere al fascino del misterioso ospite, inconsapevoli delle sue malefiche intenzioni ……..<br>Opera weird, estrema e senza limiti, esteticamente magnetica e di qualità assoluta, che prende probabilmente ispirazione, almeno per quanto concerne la parte iniziale, dal dramma disturbante “TEOREMA” di Pier Paolo Pasolini. Se nel film italiano l’ospite misterioso appariva come una divinità arrivata dal cielo, costringendo la famiglia a rapportarsi con un angelo, nel film olandese l’ospite arriva dal basso, dagli inferi probabilmente, capace di piegare le volontà altrui (aiutato nell’impresa dalla sua setta di amici devoti), come il protagonista di Teorema, ma con un sistema che prende uno spunto da tempi ancora più lontani. Inquietante infatti il parallelismo tra il famoso quadro “The Nightmare” di Johann Heinrich Füssli e le sedute notturne di Camiel sulla pancia di Marina. Quest’ultima vivrà, durante queste “sedute” notturne, incubi ad occhi aperti, allucinanti e sensuali allo stesso tempo. Nonostante l’assurdo perpetuo, gli incantesimi continui, i personaggi grotteschi, una violenza estrema perenne (spettacolari gli omicidi e conseguenti occultamenti dei cadaveri), il film è robusto e solido in ogni frangente, senza mai scivolare nel non-sense ridicolo e banale da film di serie Z. Pellicola aperta a diverse interpretazioni e significati. Sociali, sulla paura dello straniero, simboliche, in quanto tutto sembra un’enorme allegoria sul male che ci circonda ma è presente in ognuno di noi, oppure, conoscendo il cinema di Van Warmerdam, presente nel film anche come attore, un’enorme minestrone senza senso creato solo per spaccare il cervello allo spettatore, non privandolo però del piacere estetico e del divertimento cinico imperniato sull’umorismo nerissimo. Impossibile non elogiare la straordinaria performance dell’attore Jan Bijvoet nei panni di Borgman. Pellicola divertente e oscura allo stesso tempo, destinata a divenire nel tempo un piccolo film culto per tutti gli appassionati del cinema bizzarro non privo di inquietudine e situazioni estreme. VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.