BOY ERASED (2018) di Joel Edgerton


Tratto dal romanzo e dalla storia vera di Garrad Conley, il regista e attore Joel Edgerton (Regali da uno sconosciuto- The gift) ci regala questo notevole disturbing drama. 
Jared (Lucas Hedges) è un ragazzo profondo e maturo, ha una bella ragazza cheerleader della scuola ed è figlio di un pastore battista dell’Arkansas proprietario di una concessionaria di auto. 
Iniziando a frequentare il college si accorge di avere un’attrazione verso i ragazzi di sesso maschile, passerà la notte con uno di loro subendo una violenza. Tornato a casa farà outing davanti ai genitori dichiarando la propria omosessualità.
Per non rischiare di essere allontanato perdendo la famiglia che ama, accetterà di frequentare un corso della durata di dodici giorni presso un centro cristiano: il “Love in Action”, che attua la terapia di conversione per “guarire” dall’omosessualità.<br>Joel Edgerton, offrendo una grande prova attoriale, si ritaglia il ruolo scomodo del carismatico ed aberrante “terapeuta” che, insieme al suo staff, si accanirà verso i ragazzi che vogliono recuperare con menzogne, umiliazioni fisiche e psicologiche (e spillando cifre da capogiro alle famiglie). 
Pellicola dolorosa, disturbante, angosciante, dove il più puro è proprio il giovane Jared, al quale Lucas Hedges dona uno sguardo limpido ed inizialmente arrendevole quasi come il Tore di “Nothin Bad Can Happen”; che non condanna la sua famiglia per il loro comportamento, ma vuole soltanto capire le motivazioni per le quali non riescono ad accettarlo per quella che è la sua natura.
La madre è interpreta da una Nicole Kidman che più kitsch non si potrebbe immaginare e il padre da un Russell Crowe ormai irriconoscibile (ho capito che fosse lui, dopo 45 minuti di pellicola!). Tra gli interpreti spiccano anche Xavier Dolan e Flea.
Purtroppo è tutto autentico ed esistono migliaia di centri di riconversione negli Stati Uniti. I numeri sono allucinanti, come è enunciato nei titoli di coda mentre scorrono le immagini del vero Garrad e della sua famiglia: 700.000 persone LGBT hanno provato sulla loro pelle questa forma di abuso.
Ho apprezzato molto l’occhio attento del regista che non si fa giudice verso la famiglia che comunque “ama” il figlio e c’è una sorta di inconsapevolezza che trova radici nella religione presa in maniera letterale, inconsapevoli del male che stanno facendo pensando di agire per il bene del loro ragazzo. 
Sarà un percorso anche per loro verso l’amore vero, che molto probabilmente è l’unica cura efficace per chi non vuole vedere, per chi si arroga il diritto di decidere per gli altri.
Un film che è una parabola verso il riconoscimento del sé più autentico e l’accettazione per quel che si è, come la mano di Jared che segue con naturalezza l’aria fluttuando fuori dal finestrino della macchina senza più temere che un camion gliela porti via. VALUTAZIONE 4/5 Review by Gabriella Lanthimos Cialfi di Extreme&Disturbing Horror Movies