BRAGUINO (2017) di Clement Cogitore

Nel mezzo della taiga siberiana ai giorni nostri, a 450 miglia dal villaggio più vicino, vivono due piccole comunità: i Braguines e i Kilines. Non esiste alcuna strada e per muoversi, i membri delle famiglie devono usare il corso del fiume Ienissei, prima in barca e poi in elicottero, per raggiungere Braguino. Autosufficienti, le due famiglie vivono seguendo proprie regole e principi, separate da una barriera. I due clan si rifiutano infatti di parlare tra di loro ma c’è una piccola isola felice dove pian piano si sta costruendo un’altra comunità: quella dei bambini, liberi imprevedibili e selvaggi …….
Letta così sembra una favola a lieto fine, ma la visione documentaristica e di alta scuola cinematografica del regista francese Clément Cogitore mostra un passaggio inevitabile, letto e conosciuto centinaia di volte nel corso della storia dell’umanità, nel processo inesorabile di inghiottire e depredare terre e luoghi inesplorati nel nome della ‘civiltà’ e del progresso.
Il regista segue principalmente la vita del capo clan dei Braguines, in particolare nella caccia, mostrata senza censura nella sua cruda e primitiva esigenza di sfamare i familiari ed il suo clan, composto principalmente da bambini, i quali contribuiscono senza sosta ad aiutare gli adulti.
Non esiste la tv o il cellulare, e l’unico gioco per i tanti e biondissimi bambini dei due piccoli clan consiste nel ritrovarsi sempre sospettosi, a seguito dei racconti dei loro genitori, nei confronti dei vicini in un’isola comune piena di sabbia, cani, insetti e tanta libertà.
Un documentario in apparenza leggero che vira deciso ed all’improvviso su visioni horror da ‘mondo movie’, con una caccia all’orso senza censure impreziosita da una cruda e veritiera macellazione, una decapitazione macabra ed un’amputazione delle zampe, destinate poi a diventare subito delle improvvisate scarpe per una delle bambine. Non solo la visione della caccia e macellazione dell’orso stupisce, ma le atmosfere di straniante paura nei confronti degli stranieri e della natura ostile e amata allo stesso momento, fonte unica di sopravvivenza estrema. Una regia pura, profonda ed efficace, paesaggi mozzafiato e volti che parlano di storie vissute intensamente, finiranno per entrare profondamente nella nostra mente, in un viaggio unico, triste e malinconico ai confini del mondo. Un piccolo grande capolavoro del genere! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.