BRUTAL (2018) di Takashi Hirose

Il primo lungometraggio di Takashi Hirose, autore dello splendido cortometraggio estremo ‘BANDAGED’ (2011), è una pellicola brutale, di nome e di fatto. Sangue, violenza e frattaglie umane in quantità industriale, per un’opera che poteva benissimo affiancarsi ai primi due capitoli della serie AMERICAN GUINEA PIG, in particolare con il secondo capitolo, con il quale condivide un’amore estremo carnale, irresistibile e viscerale, annegato nel sangue e nel dolore (dis)umano.
La pellicola è divisa in tre parti: MAN, WOMAN e ‘MAN & WOMAN. Nel primo seguiamo un feroce serial killer che odia le donne, sulle quali canalizza tutta la rabbia e l’odio per il l’altro sesso, attraverso mutilazioni, torture e cannibalismo.
Nel secondo, WOMAN, seguiamo una donna che odia e uccide, in maniera decisamente brutale e perversa, gli uomini dopo averli accalappiati spacciandosi per una escort.
Nel terzo atto, quello conclusivo, l’inevitabile incontro/scontro tra i due serial killer, nel quale l’apice dell’amore, estremo e del dolore carnale, raggiungerà vette inaspettate …..
Pellicola dalla breve durata, solo 66 minuti, che abbraccia ed omaggia con decisione tutto l’estremo giapponese più indie del recente passato, dalla saga di ALL NIGHT LONG alle pellicole super estreme di Daisuke Yamanouchi, non rinunciando ad analisi esistenziali che ricordano vagamente le prime opere del leggendario regista Kōji Wakamatsu.
Se inizialmente il film si presenta come un torture dal sapore Grindhouse, con l’inevitabile filtro estetico sporco, il puzzle estremo creato, mostrando le gesta deviate dei due protagonisti, viene affiancato a momenti di tranquilla quotidianità di tranquilli adolescenti nipponici. Una visione solo apparentemente sconnessa dalla storyline principale, la quale sarò chiusa da un vorticoso, passionale e autolesionista rapporto extra-sessuale, imprevedibile, nonostante le premesse iniziali, e scioccante, anche per i più scafati al genere horror estremo, nipponico e non solo.
Se le prime due parti non regalano nulla di nuovo al panorama estremo, quello finale è una perla assoluta, a tratti esaltante per chi ricerca opere forti e disarmanti alla ‘ATROZ’ e ‘VISCERAL: Between the Ropes of Madness’. Dove lo shock visivo, attraverso abomini e torture terrificanti, viene accompagnato con criterio da storia di sofferenza umana, destinata a sfociare in un mare di tormento interiore, causato, tra le altre cose, da solitudine ed evidente diversità verso gli altri. BRUTAL è di fatto uno dei migliori horror indie estremi del 2018 …. più che consigliato!! VALUTAZIONE 8/10

 

H.E.