BULLY (2001) di Larry Clark

BULLY di Larry Clark, pur essendo meno estremo di KEN PARK e meno nichilista di KIDS, rimane ancora oggi uno dei migliori ‘disturbing dramas’ del regista Americano, il quale fotografa, in maniera frenetica e nevrotica, una generazione di giovani benestanti anni ’90, attraverso una storia nera come la pece, priva di speranza, valori e lucidità giovanile. Pellicola che si basa sul romanzo ‘Bully: A True Story of High School Revenge’ di Jim Schutze, che a sua volta si ispira ad un reale fatto di cronaca nera avvenuto nel 1993.
Florida, primi anni ’90. Bobby e Marty, adolescenti sfaccendati, si conoscono da sempre. Fra piccoli lavoretti e festini a base di droga hanno trovato un impiego redditizio: estorcere denaro agli omosessuali, vendendo filmini porno a luci rosse fatte in casa e sesso telefonico. Bobby, più freddo e maturo, dispone di Marty, dominandolo con brutalità ed umiliandolo continuamente. Un giorno i due conoscono due ragazze: la bella e viziata Ali e la vulnerabile Lisa. Quando la situazione sfugge ad ogni controllo e Bobby violenta Ali, Lisa, la quale nel frattempo si è innamorata di Marty, convince quest’ultimo che il suo migliore amico deve morire, coinvolgendo nella spedizione punitiva altri amici e conoscenti ………
Riprese con la camera a mano quasi da videoclip anni ’90 e con l’hip pop di quel decennio protagonista assoluto della colonna sonora (Cypress Hill su tutti), la visione cresce in maniera agitata di pari passo con la fragilità evidente di Marty, incapace di farsi valere senza eccesso nei confronti dell’amico bullo e prepotente Bobby, pronto a convergere sul debole amico tutta la negatività e pressione del padre, esigente e desideroso di vedere in lui il successo mai avuto nella propria vita. E’ proprio l’abisso tra i genitori ed i loro figli, una costante dei film di Clark e che sarà accentuato ancora di più nel successivo KEN PARK, il punto cruciale della pellicola. Un’invisibilità totale nei confronti di una generazione colpevole forse di subire pressioni costanti da parte dei loro genitori, a loro volta costretti dalla società, mass media e comunità prive di macchie e paura, di trasformare i loro eredi in supereroi e persone di successo a tutti i costi. Per far saltare il banco basterà una voce fuori dal coro, in questo caso Lisa, e che finirà per destabilizzare un’amicizia fragile quanto forzata come quella tra Bobby e Marty, destinata inevitabilmente ad un epilogo tragico, nel quale le parole, prima dei coltelli e delle mazze da baseball, peseranno come macigni nella mente dei più deboli del gruppo. Un dramma indipendente a tinte fortissime che ancora oggi lascia attoniti e smarriti, preoccupando alla visione figli e genitori in egual misura! VALUTAZIONE 4/5

H.E.