CANE TOADS: An Unnatural History (1988) di Mark Lewis

Uno dei documentari più bizzarri, divertenti e stravaganti made in Australia, è senza dubbio il primo capitolo dedicato al rospo delle canne (Rhinella marina). Importato nel 1930 dalle Hawaii in Australia, con lo scopo di distruggere i parassiti (larve e altri insetti), che falcidiavano le coltivazioni della canna da zucchero, finì, oltre a rivelarsi inefficace per tale scopo, per moltiplicarsi a dismisura ed avere un impatto devastante sull’ecosistema locale. Mark Lewis, in puro stile ‘Ozploitation’, evita di presentare un’opera noiosa e finalizzata all’erudizione biologica e naturale, preferendo mettere in risalto tutti gli aspetti più grotteschi e balordi afferenti questo gigantesco rospo.A partire dagli aneddoti riguardanti il primo trasporto degli stessi (sembra di trovarsi immersi in uno dei primi film di Peter Jackson), fino ad una serie di interviste a variopinti e assurdi personaggi locali. Scopriremo che questo animale finirà per entrare di prepotenza nella cultura australe, trasformato da alcuni come animale domestico, da altri come trip tossico (l’animale emette delle secrezioni dal corpo come autodifesa che risultano essere anche un potente allucinogeno), mentre da altri ancora finirà per diventare un essere quasi alieno da abbattere ad ogni costo. Il pezzo forte sarà quando Lewis metterà in luce aspetti secondari del rospo, come il sesso necrofilo (ebbene si), onnivoro (lo vedremo ingoiare un topo intero) e della riproduzione, esaltata ed amplificata attraverso visioni allo specchio decisamente frizzanti. Curioso quando lo vedremo giocare con una bambina come fosse un cagnolino o fissare la videocamera da assoluta protagonista. Indipendentemente dall’aspetto scientifico, questo breve docu-weird (si soli 47 min) rimane un must assoluto dell’epoca, finendo per diventare nel tempo un piccolo grande cult del cinema australe. Semplicemente favoloso! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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