CARGO 200 (Груз 200) del 2007 di Aleksej O. Balabanov

“Slavik mi preoccupa. Questi ragazzi, Miša, sono diversi da noi. Io non lo capisco. Noi abbiamo sempre lavorato sodo, lui ha avuto tutto, e anche di più. Ma non ci rispetta, anzi … ci disprezza!” Una delle migliori opere cinematografiche a fotografare l’inevitabile implosione negli anni ’80 del regime comunista sovietico, è senza dubbio CARGO 200. Ispirato a fatti realmente accaduti (il titolo si riferisce al velivolo Cargo che riportava, al massimo delle sua capienza di 200 bare, i soldati caduti nella guerra in Afganistan), questo dramma socio politico mette sotto la lente le crepe e le debolezze estreme del potere marcio di un sistema oramai fragile e destinato da li a breve, siamo nel 1984, a distruggersi mutando in qualcosa di nuovamente spregevole, dove corruzione e illegalità troveranno, sotto una nuova forma, nuova linfa vitale. Unione Sovietica ,1984. Le strade di un professore ateo di Leningrado e quelle di una ragazza, figlia di un segretario regionale del partito, si intrecciano senza incontrarsi mai in un covo di produttori illegali di vodka. Se per il professore, fermatosi in questo luogo sperduto a causa della rottura della propria automobile, sarà solo una tappa lungo il viaggio per andare a trovare la madre anziana, per la ragazza, la quale arriverà lì per accompagnare un amico e acquirente della vodka illegale, sarà solo l’inizio di un terribile incubo. Un uomo, che si rivelerà poi un poliziotto marcio fino al midollo, la catturerà e porterà con la forza nel suo appartamento, sfogando le sue terribili fantasie feticiste e macabre sulla povera ragazza ……Una visione atroce e ricca di metafore politiche (basti pensare alla donna anziana, madre del poliziotto, che vede le mosche ma non il marcio che le crea) di un regime, l’URSS, privo oramai di alcuna moralità e di quell’etica egualitaria sbandierata da decenni ai quattro venti. Un collasso partito da quelle fondamenta logorate da corruzione e abuso di potere, militare e partitico, fuori controllo e destinato, come scopriremo nel finale, ad essere ben presto sostituito dal nuovo che avanza. Cuore della pellicola è rappresentato dai due binari paralleli sopra citati, il professore e la ragazza. Una parabola filosofica per quanto concerne il primo, dove il disgregamento delle certezze e sicurezze cementificate nel corso di una vita basata sulle regole di regime, che finirà per cercare nuovi appigli dove miseramente ancorarsi. L’anima sporca e putrida di quel sistema troverà nelle vicende della ragazza e del suo aguzzino, un personaggio spregevole, malvagio e perverso come pochi altri, lo specchio oscuro di un abisso creato anch’esso dal sistema sopra citato. Se pensiamo che la caduta di un regime ne cancelli anche le nefandezze create, sarà proprio Balabanov ad evidenziare come gli altri avvoltoi siano sempre pronti ad avventarsi sulla nuova preda. A farne le spese però saranno per primi proprio chi di quel potere ne ha ampiamente abusato e bellamente usufruito. Se l’analisi sociale dell’epoca di Balabanov è spietata, lo sarà anche grazie ad una escalation costante di eventi feroci, scioccanti e raccapriccianti (che si collegherà pesantemente proprio ad un militare deceduto e riportato in patria proprio il cargo citato nel titolo) che lasceranno senza parole anche le persone più scafate e avvezze agli horror più estremi, soprattutto nelle sequenze finali. Uno dei capolavori più sporchi, grigi e amari del cinema russo più recente!!! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

Links: FACEBOOK INSTAGRAM LETTERBOXD IMDB TRAILER