CATCH THE FAIR ONE (2022) di Josef Wladyka

Direttamente dal cinema indipendente a stelle e strisce, ecco una nuova storia cruda, ruvida e dolorosa che mescola le difficoltà tuttora esistenti nelle società americana da parte dei nativi americani ed il mondo della schiavitù sessuale. Nella storia di una famiglia nativa divisa, non per scelta loro, abbiamo come forza trainante una rocciosa boxer, interpretata per la prima volta nel ruolo di attrice dal pugile Kalì Reis, metà nativa (Cherooke) e metà capoverdiana (nel film come nella realtà). Kaylee è un ex pugile, nativa americana, ritirata dal ring solo per cercare senza sosta la sorella minore scomparsa, Quando scopre che la sorella è costretta a prostituirsi da un grosso gruppo criminale, non esiterà a entrare sotto falso nome nel mondo della prostituzione. Tra droghe indotte e abusi, Kaylee sarà costretta a lottare più duro di quando era nel ring, per non soccombere e cercare una risposta alla scomparsa della sorella ….. CATCH THE FAIR ONE è un film essenziale, privo di fronzoli e virtuosismi tecnici, nel quale una regia fredda, asciutta e diretta, riuscirà a metterci più volte al tappeto, senza aver paura di spingere l’acceleratore verso l’estremo ed il dramma a tinte forti. Un film realizzato (su misura) sulla figura di Kalì Reis, dove realtà e fantasia si mescolano, mettendo in luce le sue origini e le lotte faticose di una minoranza etnica come quella dei nativi americani (delle quali la boxer è paladina anche nella realtà). A dare sostanza al film, oltre ad un’avvincente e coinvolgente trama da puro thriller senza respiro, abbiamo anche ottime performance di contorno con attori navigati e relegati al ruolo di cattivi, come Daniel Henshall e Kevin Dunn. Tra sfruttamento sessuale, battaglie sociali, torture, violentissimi scontri a fuoco, le analogie con quanto avviene nel ring sono destinate a ripetersi continuamente, dove le cadute non vietano mai di rialzarsi o di sognare di farlo. A rendere ancor più robusta e solida la pellicola, abbiamo un finale che prende le distanze dal cinema action USA più commerciale, strizzando l’occhio a quello europeo, dove delusione, amarezza e frustrazione prenderanno inevitabilmente il sopravvento. Un piccolo grande film (opera prima), dove azione e dramma si intrecceranno costantemente, dal primo all’ultimo minuto, riuscendo a incollare lo spettatore fino alla fine per conoscere la sorte della tenace protagonista e l’esito della sua ricerca ossessiva. VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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