CENSOR (2021) di Prano Bailey-Bond

Il fenomeno dei video nasty, termine coniato per indicare le pellicole estreme bandite nel Regno Unito durante il governo capeggiato da Margaret Thatcher, ha radici lontane, anzi lontanissime, secoli prima dell’avvento del cinema. Ogni nazione, ieri come oggi, cerca di tutelare i propri interessi attraverso leggi destinate a compromettere economicamente il commercio estero nel proprio territorio. Questo avvenne quando il governo inglese mise alla gogna buona parte delle pellicole horror estreme non inglesi degli anni ’70 e primi anni ’80, come ad esempio CANNIBAL FEROX e LA BESTIA IN CALORE, solo per citarne due italiani di una corposa e lunghissima lista di film estremi e horror. Prano Bailey-Bond, dopo una serie di cortometraggi horror nostalgici delle atmosfere 70s e soprattutto 80s del secolo scorso, prende spunto da quanto sopra citato per addentrarsi nel mondo della censura inglese, nei confronti delle pellicole horror, dei primi anni ’80, colpevoli secondo il governo di allora di amplificare la violenza, riuscendo così a colpevolizzare il cinema eludendo così le proprie responsabilità sulla criminalità sempre crescente nelle case e strade del Regno Unito. Inghilterra, primi anni ’80. Enid è una donna che lavora nella commissione dedita alla censura delle pellicole horror denominate nasty. Enid lavora senza sosta e con devozione estrema per proteggere il pubblico da visioni oscene come decapitazioni sanguinolente e violenze sessuali. Il suo senso del dovere per proteggere il popolo inglese è amplificato dal senso di colpa per la sua incapacità di ricordare i dettagli della scomparsa molto tempo fa di sua sorella, recentemente dichiarata morta in contumacia. Quando Enid, sotto l’occhio del ciclone per la mancata censura di un film oggetto di emulazione da parte di un serial killer, viene incaricata di recensire un film inquietante dall’archivio che riecheggia i suoi ricordi. Enid finirà così per scivolare in un pericoloso vortice nel quale il confine tra realtà e finzione finirà per assottigliarsi sempre più e debilitare sensibilmente lo stato d’animo e di conseguenza la propria salute mentale ….. Sulla scia del cinema di Peter Strickland, Onetti, RKSS e di Hélène Cattet & Bruno Forzani, il revival cinematografico degli anni ’70 e ’80 è destinato sempre più a trovare spazio, soprattutto nel panorama estremo. Sembra proprio la passione sfrenata per quel periodo cinematografico, in particolare quello horror, ad alimentare lo stile di Prano Bailey-Bon (ved. ad esempio i suoi cortometraggi precedenti a questo film). CENSOR ci trascina con forza verso il mondo della censura inglese, attraverso atmosfere del periodo succitato, retroscena invisibili al grande pubblico e con ricche citazioni, più o meno evidenti, come ad esempio le opere inizialmente citate THE DRILLER KILLER, NIGHTMARE e I SPIT ON YOUR GRAVE, o quelle accennate come THE EVIL DEAD nel finale. Come per il BERBERIAN SOUND STUDIO di Strickland la regista gallese si inoltra con maestria nel mondo meta-cinematografico, amalgamando perfettamente ossessione, disturbo mentale, realtà e finzione, trasformando la pellicola da dramma superficiale a horror psicologico surreale in maniera quasi naturale, fino a giungere a quell’estremo tanto osteggiato dalla censura britannica, che troverà finalmente spazio, in parte, nel delirante finale. Musiche, atmosfere e cromature anni ’80 ci avvolgeranno senza sosta sin dai primi minuti, regalando non poche soddisfazioni a chi è cresciuto in quel decennio con le rumorose VHS e film, spesso, più estremi nelle cover sanguinolenta che nel contenuto vero e proprio. CENSOR è un esordio che fa ben sperare per le opere future di Prano Bailey-Bond, dove il passato cinematografico, in questo caso valutato all’epoca di serie B ma ora oggetto di culto, viene vissuto non solo con nostalgia bensì con estrema ammirazione. Niente male!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

Link: FACEBOOK INSTAGRAM LETTERBOXD IMDb TRAILER