CHARISMATA (2018) di Andy Collier & Toor Mian

Singolare thriller inglese che affronta i demoni della mente (e non solo) e che naviga tra l’ironia (british) poco divertente e l’horror satanico, quest’ultimo ricco di allucinazioni perverse e riflessi di paura improvvisi ed inaspettati.
Rebecca Faraday è una detective divorziata e alle prime armi, che lotta continuamente per ottenere rispetto in un dipartimento di polizia dove gli alti livelli di testosterone non l’aiutano affatto. Un’altra complicazione è costituita dalla figura professionale di suo padre, il commissario del suo dipartimento, il quale non agevola affatto la sua carriera. Insieme ad un collega indaga su un serial killer che sta prendendo parti del corpo dalle sue vittime e appare coinvolto in oscuri riti satanici. Rebecca è convinta che un ricco imprenditore immobiliare sia il colpevole, ma non può provarlo. Un altro grosso problema che attanaglia la vita di Rebecca è costituito dalle continue allucinazioni che alterano la realtà che la circonda, trascinandola in un incubo continuo che ne influirà irrimediabilmente il lavoro di detective ……..
Un horror psicologico caratterizzato, almeno nella prima parte, da un’ironia inglese a volte pesante e fastidiosa, la quale per nostra fortuna va scemando con l’avanzare della storia. Una scomparsa in linea con l’aumentare delle allucinazioni e visioni terrificanti che ammorbano senza sosta la mente di Rebecca …..
Trattandosi di un film indipendente e low budget, la regia non scivola mai nella banalità, mantenendo fino alla fine uno stile ricercato che omaggia un cinema horror anni ’80 e ’90 (HELLRAISER, CANDYMAN) che ogni tanto ritorna sotto una nuova veste grafica e visionaria. Il cambio di ritmo dalla prima parte, pesante e senza mordente, alla seconda, ricca di colpi di scena e più allucinante, merita parecchio, catturando la nostra attenzione in maniera esponenziale, in quanto vira decisa sul genere horror più classico tanto amato dai nostalgici dei sopra citati anni ’80 e ’90.
Un thriller psicologico dalle decise sfumature horror sicuramente anomalo e originale, rovinato a malincuore da un’ironia troppo insistente che non fa nemmeno sorridere e che rischia di far abbandonare la visione dopo solo mezz’ora. Finale horror letale, inaspettato e senza dubbio crudele, forse non per tutti i palati estremi ma che chiude il cerchio ‘demoniaco’ senza esitazione alcuna. Più che discreto! VALUTAZIONE 7,5/10

 

H.E.