COWSPIRACY: The Sustainability Secret (2014) di Keegan Kuhn & Kip Andersen

Kip Andersen, surfer californiano e noto sostenitore di Al Gore, dopo aver visionato il documentario UNA SCOMODA VERITA’ con protagonista l’ex vice presidente degli USA, cambia radicalmente idea sulle tematiche ambientalistiche su quanto divulgato da quasi tutti i maggiori esperti del settore e organizzazioni non governative dedite alla salvaguardia dell’ambiente (compreso GREENPEACE e Al Gore stesso), quando legge una sconvolgente relazione dell’ONU del 2009 sulle principali cause dell’inquinamento della nostra atmosfera e dei conseguenti cambiamenti climatici degli ultimi decenni. Non sono lo smog causato dalle automobili in città o l’inquinamento industriale ad aver devastato il pianeta negli ultimi decenni, bensì la zootecnia, l’allevamento intensivo degli animali, colpevole, secondo la relazione succitata , più di ogni altra cosa del surriscaldamento globale, dei gas serra (ben oltre il 50% del totale), della deforestazione (foreste trasformate in campi coltivati per dare da magiare agli animali allevati), dell’inquinamento dell’aria e degli oceani (le deiezioni animali non sono depurate come quelle umane), oltre a causare un consumo estremo di acqua per ogni singolo animale allevato (al giorno, anche 100 volte più di quello consumato da un uomo). Kip Andersen inizia in sordina un’indagine giornalistica personale sul tema, sondando prima il terreno delle principali organizzazioni non governative ambientaliste americane e poi scavando a fondo delle stesse, degli allevamenti intensivi e mercato della carne annesso (ma non solo), ottenendo numeri sempre più catastrofici e inquietanti. Dati spesso nascosti al mondo e occultati dalle multinazionali del commercio e diffusione della carne che, come vedremo nel corso del documentario, dimostrano di essere più potenti ed influenti di qualsiasi governo, finanziando loro stesse campagne pubblicitarie e sensibilizzazione all’ambiente che non accennano minimamente a questo problema. I numeri mostrati, accostati a fatti di cronaca che mostrano quanto sia pericoloso combattere questo poteri economicamente giganteschi (una suora brasiliana uccisa brutalmente per aver combattuto a viso aperto la massiccia deforestazione brasiliana), finiranno per mostrare il problema dell’inquinamento climatico sotto un’altro punto di vista, assi più inquietante, illustrando come vane e fumose le politiche ambientali tanto strombazzate anche di recente dai massa media e social network. La ricerca di un equilibrio, mangiare carne in maniera sostenibile solo di allevamenti al pascolo, farà, secondo Kip Andersen a pugni con la realtà geografica del nostro pianeta, in quanto non basterebbero tutte le terre emerse, trasformate in pascolo, per soddisfare il fabbisogno di alimentazione di 70 miliardi di animali allevati e destinati quindi a sfamare 7 miliardi di persone. Se per tre quarti il documentario mostra dati incontestabili su quanto accennato sopra, nell’ultima parte si lascia andare una delucidazione sui benefici del veganesimo senza però dare voce ad eventuali controparti su eventuali benefici di un’alimentazione anche a base di carne. Non mancano anche alcune scene shock per mettere in luce la violenza sugli animali (siamo lontanissimi dai livelli estremi e aberranti di DOMINION, doc del 2018), le quali finiscono per passare in secondo piano su numeri e statistiche allucinanti, sicuramente allarmanti, su un problema gigantesco che fatica però a trovare spazio e luce su piazze animate (da buone intenzioni ma scarsissime di contenuti) e proclami ambientalisti destinati, secondo quest’opera, a nascondere il vero problema sotto un tappeto dello stesso colore dei …. soldi che li finanziano! Un lavoro non perfetto e con dei frangenti senza dubbio discutibili ma dalla visione fondamentale e, quanto mai, necessaria!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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