CREEPY (ク リ ー ピ ー 偽 り の 隣人) del 2016 di Kiyoshi Kurosawa

L’abilità del regista nipponico Kiyoshi Kurosawa di creare micro mondi criminali, agghiaccianti, ad ampio respiro narrativo e attraverso piccole azioni comuni, spesso insidiate nei rapporti banali sociali, rimane unica e ineguagliabile. Dopo CURE e RETRIBUTION ecco un altro grandissimo thriller psicologico targato K. Kurosawa, destinato a scatenare inaspettate emozioni nello spettatore amante di profili criminali, assolutamente poco cinematografici.Basato sull’omonimo romanzo di Yutaka Maekawa, CREEPY, titolo quanto mai funzionale ed incredibilmente azzeccato per l’occasione, presenta probabilmente uno dei villain/serial killer più originali, fastidiosi e minacciosi del cinema recente, interpretato magnificamente da Teruyuki Kagawa: il classico ‘omuncolo’ della porta accanto, invisibile ai più, abile nel nascondere al mondo la sua vena criminale e sociopatica.L’ispettore investigativo Takakura, dopo essere sfuggito per un soffio ad un attentato alla sua vita per mano di uno psicopatico, lascia il servizio le forze di polizia e diventa docente universitario in psicologia criminale. Il suo desiderio però, di andare in fondo alle motivazioni dei criminali rimane immutato, Quando l’ex collega Nogami gli chiede di riaprire un vecchio caso, lui non esita ad aiutarlo. Nel frattempo, per ripartire da zero, Takakura si è trasferito con la moglie in periferia in una nuova casa. Li entrambi fanno ‘amicizia’ con Nishino, un vicino bizzarro (che vive con moglie e figlia) dai comportamenti perennemente lunatici e che alterna momenti inquietanti ad altri pochi inclini alla socializzazione. Ben presto in Takakura si insinua nella mente l’idea che il suo vicino sia il misterioso serial killer di famiglie oggetto della sua nuova indagine non ufficiale ……CREEPY è uno dei film a sfondo psicologico più stimolanti e accattivanti del cinema recente, in quanto la moltitudine di indizi disseminati nel corso della prima parte della pellicola sono tantissimi e mai banali. A catalizzare la nostra attenzione ci pensa il ‘mostro’ di turno, la cui malvagità, collegata al vecchio omicidio irrisolto oggetto delle nuova indagine di Takakura, si intuisce sin da subito. E’ qui che Kurosawa si distingue da qualsiasi altro autore di thriller e psico-dramma. Non solo per le abilità registiche caratterizzate sempre da una atmosfera perennemente cupa e soffocante, bensì per la capacità di virare verso direzioni inaspettate, perlopiù comportamentali (del carnefice ma anche delle sue vittime), lascerà piacevolmente spiazzato anche lo spettatore più avvezzo alle indagini criminali e dei più contorti thriller psicologici. Si scivolerà così in un micro mondo di bugie, mistificazioni, manipolazioni, abusi mentali e fisici fondati sulla misera vigliaccheria e follia umana. Una disumanizzazione delle vittime di turno della peggior specie, in quanto avviene quasi alla luce del sole e sotto un lavoro costante di illusionismo urbano e sociale ai limiti del possibile ma incredibilmente vicinissimo alla realtà. Destabilizzante e angosciante ai massimi livelli (la casa di Nashimo lascerà senza fiato chiunque ne varchi la porta) la seconda parte della pellicola, dove la tensione, affiancata alla duplice indagine investigativa, crescerà vertiginosamente e abilmente integrata da notevoli colpi di scena, fino a giungere al finale liberatorio ma per nulla positivo, immerso in un provocante pessimismo cosmico privo di qualsiasi luce. Un film che mostra quanto siano fragili le nostre certezze e sicurezze afferenti la nostra identità e condizione sociale, oltre a quanto sia fragile la nostra mente se non adeguatamente preparata a proteggersi dal mistificatore di turno. CREEPY è uno dei thriller psicologici più drammatici, feroci e amari del cinema nipponico, capace di visionare quanto l’abisso sia presente anche nelle persone più insospettabili, come un apparentemente innocuo vicino di casa. Micidiale!!

H.E.

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