
Dalla Danimarca ecco un thriller ansiogeno, carente di ossigeno, ambientato nel sottosuolo e che prende le distanze da quelli irreali d’oltre oceano con protagonisti eroi super palestrati e fenomeni da baraccone.
Rie, una coordinatrice delle pubbliche relazioni, va sottoterra, in un contesto esclusivamente maschile, per intervistare uomini impiegati a scavare gallerie. Dopo un incidente, rimane imprigionata in una camera d’equilibrio insieme ad un operaio esperto e uno più giovane. Ridotti ad uno stato animalesco, i tre avranno in mente una sola preoccupazione: la sopravvivenza …. ad ogni costo!
Cinema quanto più possibile realistico, che cerca di mostrare in maniera cruda e senza fornzoli inutili quanto le buone maniere siano destinate a farsi fottere proprio allorché delle persone siano costrette a condividere contro la propria volontà uno spazio viatle minuscolo, ‘alieno’ e vicinissimo all’inferno. Saranno proprio le situazioni che si verranno a creare, in questa scatola chiusa, a portare i tre protagonisti a gesti estremi, beceri ed impensabili nelle comoda e sicura quotidianità della superficie. Per nulla velata l’analisi multietnica dell’Europa odierna, dove persone di diverse nazionalità e cultura finiranno per trovare un accordo comune, almeno secondo quanto mostrato nei primi minuti, di condivisione di un contesto lavorativo estremo e sempre al limite. Una danese, madre di una figlia, un croato (che parla anche italiano) e un eritreo, rappresenteranno un micro mondo diverso e accomunato dalla paura della morte e della solitudine, quando il contesto nel quale sono costretti a sopravvivere, dopo un incidente improvviso, finirà per trascinarli nel profondo delle profondità della terra prima e nell’oscurità più egoista della propria anima. La prima parte della pellicola appare fondamentale per descrivere il difficile e pericoloso contesto lavorativo, afferente l’opera di scavo nel sottosuolo, mentre la seconda e centrale è sicuramente quella più riuscita, originale e sorprendente, capace di mostrare situazioni imprevedibili e alquanto scioccanti. Peccato che l’ultima e terza parte perda mordente (nonostanete il cambio improvviso di ambientazione) e finisca per scivolare lentamente verso un finale troppo bonario, sebbene non privo di amare riflessioni. <
H.E.
