DARLIN’ (2019) di Pollyanna McIntosh

Pur con alcuni difetti evidenti (una regia non sempre eccelsa e alcuni personaggi di contorno assai discutibili) il dittico tratto dai romanzi di Jack Ketchum, composto da OFFSPRING (di Andrew van den Houten) e THE WOMAN (di Lucky McKee), ha finito nel tempo per ritagliarsi un piccolo posto al sole del cinema indipendente horror. Merito senza dubbio della carismatica e selvaggia figura della donna cannibale interpretata dalla statuaria Pollyanna McIntosh. Quest’ultima passa alla regia (ma non rinuncia ad interpretare per la terza volta l’iconica figura cannibale) regalando il terzo capitolo di questa trilogia ispirata ai romanzi dello scrittore Jack Ketchum, venuto a mancare nel 2018 ed al quale la McIntosh dedica questo ultimo (forse) capitolo dedicato alla donna cannibale da lui creata.<br>Sono passati 8 anni dagli eventi terribili che si conclusero con la libertà acquisita con la forza della donna cannibale, la quale aveva portato con se le due figlie del sadico sequestratore che tanto desiderava curarla dalla sua indole selvaggia. La più piccola delle due sorelle, Darlin’, finisce in un ospedale cattolico, il quale la porta, per curare la sua indole animale, nell’istituto religioso con a capo un vescovo assai desideroso di dimostrare l’efficacia della parola di dio e della chiesa nel ‘curare’ l’anima selvaggia della ragazza. Il vescovo e le suore dell’istituto però non sanno che sulle tracce di Darlin’ vi è la donna cannibale, pronta a tutto e sempre affamata di carne fresca, che l’ha trasformata nella ragazza selvaggia che loro desiderano trasformare ……..
Se il tema della femminilità ottenuta grazie solo alle proprie forze rimane il cuore della pellicola, Pollyanna McIntoshin, in questa sua opera prima da regista, sostituisce il machismo americano esasperato con quello cattolico, desideroso di ritornare in questa pellicola ai fasti di un tempo dove la trasformazione del selvaggio di turno, in questo caso Darlin’, nella nuova persona pura e immacolata grazie alla parola di dio ne era il fulcro dominante grazie al quale si poteva fare qualsiasi cosa, anche quella più vergognosa. Ovviamente siamo fuori tempo massimo per questa ‘ricetta miracolosa’ all’acqua santa, in quanto i cosiddetti altarini della chiesa cattolica (non solo in America) E sarà proprio il tema degli abusi su minori a risultare determinante per far crescere le figure più rilevanti della pellicola e per diventarne anche lo specchio estremo della rieducazione forzata e destinata miseramente a fallire. Proprio per questo la presenza dell’attrice britannica Nora-Jane Noone nei panni della suora benevola nei confronti di Darlin’, sembra dare forza a questa tesi, in quanto riporta alla memoria un ottimo film mai dimenticato nel quale era stata assoluta protagonista, ‘The Magdalene Sisters’ di Peter Mullan. Al contrario di quello però, il dramma in questo caso viene spesso accantonato, per fare spazio, non poteva essere altrimenti, alle tematiche horror che tanto hanno reso celebre la donna cannibale e al sua ‘prole’ ottenuta sempre in maniera poco convenzionale e scioccante. Pur con virate trash e non sempre affini alla storia principale, DARLIN’ riesce a colpire nel segno, soprattutto nel finale convincente, divenendo proprio il frangente più convincente dell’intera pellicola. Non solo per la componente estrema, con tanto di sangue e violenza becera, bensì chiudendo il cerchio il maniera ottimale su quanti lasciato in sospeso in THE WOMAN di Lucky McKee. Se avete apprezzato i due capitolo precedenti sopra citati, DARLIN’ non può mancare! VALUTAZIONE 3/5

H.E.