DEAD OR ALIVE: Hanzaisha (1999) di Takashi Miike

In un’ipotetica (e impossibile) ‘top ten’ dei migliori film targati Takashi Miike, DEAD OR ALIVE merita di entrarci di prepotenza. Primo capitolo di una trilogia anomala e anti convenzionale uscita nel periodo più selvaggio e creativo (quello a cavallo degli anni ’90 e 2000) del regista di culto della nostra generazione, Un’evoluzione ‘no limits’ dei yakuza movies che hanno fatto la fortuna di Miike negli anni precedenti, finendo però per anticipare, o meglio racchiudere, tutto il cinema folle, anarchico e provocatorio che finirà per rapire cuore e mente di milioni di spettatori amanti dell’estremo e del bizzarro in tutto il mondo. Bastano i primi secondi per capire che finiremo per essere catapultati in un nuovo mondo cinematografico (con i due protagonisti che annunciano il film). Nulla però sara mai in grado di prepararci ai primi 5 minuti: un vortice di sesso, violenza, sangue e ritmo sfrenato, decisamente magnetico e impossibile da paragonare a quanto visionato in precedenza, non solo nel cinema giapponese. Da lì in poi scivoliamo un una ‘classica’ storia di gangster, yakuza e poliziotti desiderosi di giustizia, con virate improvvise sul dramma familiare o addirittura sulla commedia criminale. Fino a quel finale apocalittico che, assieme a quello shock di GOZU, risulterà uno dei più folli di sempre.
Giappone. Senza una casa e senza alcun obbligo nei confronti della società giapponese o della Yakuza, Ryuichi e il suo piccolo gruppo di criminali senza regole non esitano a conquistare la malavita di Shinjuku e il traffico di droga da Taiwan. Mentre pianificano un assalto a tutto campo contro i restanti re della triade cinese in Giappone e la Yakuza, solo il detective Jojima si trova tra loro e il dominio assoluto della città ….
Forte di due attori stellari nei ruoli principali, DEAD OR ALIVE, permette a Miike di rendere possibile l’impossibile. Grazie ad un prologo prima ed un epilogo poi talmente furiosi e senza regole, che finiranno per avvolgere una pellicola che non lesinerà nella follia criminale più grottesca (ah … la scena della prostituta annegata nella merda è leggendaria), balorda e soprattutto feroce. Sparatorie spettacolari alla John Woo dei tempi d’oro, finiranno per fare da contraltare ad una duplice storia drammatica che coinvolge proprio i due protagonisti. Saranno proprio queste due (una afferente il fratello minore di Ryuichi, l’altra invece con la malattia al cuore della figlia di Jojima) a mettere in discussione etica e moralità di entrambi, criminale una e dedita alla legge l’altra. Dopo una serie di colpi di scena ad effetto dell’ultima mezz’ora, tutto convergerà in quel finale anticipato in precedenza, da vedere e rivedere all’infinito, figlio senza dubbio di una cultura nipponica weird, estrema e criminale abilmente filtrata dalla mente geniale di Takashi Miike. Che bomba di film!!! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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