DEADLY MARIA (Die tödliche Maria) del 1993 di Tom Tykwer

ll primo lungometraggio del tedesco Tom Tykwer è un grandioso fantasy horror, che attinge a piene mani dal cinema visionario e oscuro di Jörg Buttgereit, mescolato con furore al weird più eccentrico di Jan Švankmajer, dove lo stop-motion è sostituito in questa pellicola da frenetici e surreali cambi temporali e scene weirdissime, tra le quali spicca un parto ‘innaturale’ degno dei migliori body horror targati Cronenberg.
Maria è una quarantenne casalinga, dall’aspetto trasandato che ama collezionare insetti morti, che divide la sua misera casa con il padre paralizzato ed il marito prepotente. Un barlume di luce arriva dalla finestra di fronte, dove vive un uomo mite, collezionista di libri che finisce per innamorarsi di Maria. L’incontro con il vicino e l’accanimento del marito contro un feticcio (dall’aspetto fallico) appartenente al passato di Maria (e misteriosamente in simbiosi con lei), scatenerà nella povera casalinga un vulcano di ricordi tragici legati alla sua infanzia ed al suo passato, con il quale è costretta a fare i conti proprio nel suo presente ……
Un film che cresce lentamente ma inesorabile come un fiume piena, man mano che i segreti legati al passato di Maria, scoperti grazie ad una quantità industriale di lettere, scritte da lei si da quando era bambina, che narrano passo dopo passo la sua misera vita. Dopo una prima mezz’ora di presentazione dei personaggi nel presente, ci immergiamo nell’oscuro passato di Maria, la quale venendo alla luce causerà, secondo lei e forse anche il padre, la morte di sua madre, impedendole di conoscerla e costringendola ad un senso di colpa logorante.
Vedremo Maria prima bambina, dove sarà costretta a vivere da sola con l’autoritario padre, poi adolescente, con i primi amori e le prime angoscianti mestruazioni, e poi adulta, costretta ad un infelice matrimonio di comodo (il tutto narrato grazie a tre attrici diverse). Seguiremo così, attraverso brillanti e grotteschi flashback, il percorso che porterà Maria all’infelicità opprimente e soffocante nel suo presente. Quando quest’ultima prenderà coscienza dello suo stato attuale, e di come ci è arrivata, non esiterà a liberare l’anima nera covata per anni in religioso silenzio.
Colori caldi nel presente e gelidi nel passato, servono quanto mai per differenziarli e mostrare, in maniera quasi animata, il mondo bizzarro nel quale vive e fantastica Maria.
Musiche ed effetti speciali al top, dialoghi schizofrenici, regia sperimentale e mai banale, recitazioni esemplari e un’atmosfera anni ’90 dal fascino irresistibile, ci accompagneranno con desolante dolcezza per quasi due ore, fino al finale estremo e drammatico. Un film folle quanto fenomenale! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.