DEBAUCHERY (猟色) del 1983 di Hidehiro Ito

“Quella donna sta morendo di fame …. sta desiderando qualcosa di estremo.” Nella moltitudine di film pinku eiga esplosi tra la fine degli anni ’60 e due decenni successivi, il poco noto DEBAUCHERY (titolo internazionale) di Hidehiro Ito, merita un posto in prima fila. Depravazione, SM e libidine sessuale non mancano, oltre ad un pizzico di bizzarro e balordaggine, che non guastano mai, necessari ad alleggerire l’eccesso citato nel titolo, quanto mai consono con la pellicola. Ami, una casalinga stanca e annoiata, si avventura, con anima e soprattutto corpo, nella decadenza di Tokyo dei primi anni ’80. Se inizialmente è il tentativo di ravvivare il suo matrimonio a spingerla verso nuove avventure a base di sesso violento, ben presto scopre quanto il dolore associato al piacere siano specchio e anima della sua personalità. Si unisce segretamente all’élite “Madame Machiko Society Club” per sperimentare discreti giochi sessuali e l’emozione di fare l’amore con uomini anonimi. La perversione sessuale e la depravazione malata a cui è soggetta, da parte dei suoi clienti, è molto più di quanto si aspettasse. Bondage, perline e fruste sono solo l’inizio! Riuscirà a sfuggire a questa vita segreta che ha scelto o la distruggerà per sempre? Erotismo e violenza bondage rappresenteranno il sale di questa gustosa pietanza cinematografica made in Japan. Tra corde, fruste e sesso clandestino, scivoliamo nel mondo tanto desiderato, quanto inizialmente temuto, della bella casalinga benestante Ami. Parallelamente alle sue vicissitudini, finiremo poi per seguire le balorde vicende di un vedovo innamorato della figlia adolescente. Quella che appare una storia senza senso, ne troverà uno proprio nel finale, quando il miglior amico del marito di Ami, sfogherà tutta la sua rabbia sessuale contro la tanto desiderata Ami. Un film come tanti del genere sopra citato solo in apparenza, in quanto la fame di sesso estremo e violento, sepolto per anni, viene mostrato in tutto il suo splendore drammatico e primordiale, senza limiti e solo qualche censura (purtroppo inevitabile) in classico stile nipponico. Madre di tutte le scene, la ‘serata’ con il cliente pelato e corpulento nel bordello sopra citato da parte di Ami. Una vera perla estrema, tra le migliori del cinema pinku anni ’80. Imperdibile!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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