DELIVERANCE (Un tranquillo weekend di paura) del 1972 di John Boorman

DELIVERANCE, opera fondamentale e pellicola tra le più influenti del genere estremo, nota in Italia con il titolo ‘UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA’, rimane ancora oggi un film dal grande fascino e dalla forza estrema incredibile, che mantiene inalterati smalto e potenza visiva. I meriti sono molteplici e vanno ricercati non solo sulle interpretazioni di valore assoluto ed una regia di livello, ma soprattutto nei continui parallelismi, conflitti e sfide di varia natura presenti nel corso della pellicola. Uomo contro una natura selvaggia, quest’ultima pericolosa ed incontaminata, una civiltà senza scrupoli pronta a modificare la natura in nome della stessa, le evidenti differenze caratteriali tra i quattro ‘amici’ (Bobby definito grassottello più volte da Lewis, un gigantesco Burt Reynolds), uomo ‘civilizzato’ contro uomo ‘bifolco e disumano’, ed infine, forse la parte cruciale dell’opera, i conflitti interiori dei nostri protagonisti, in particolare quelli di Ed, tra la sua coscienza destinata ad una inevitabile disumanizzazione dettata dal proprio egoismo personale.
Ed Gentry, Lewis Medlock, Bobby Trippe e Drew Ballinger sono quattro amici di Atlanta che decidono di passare un fine settimana nei boschi dei monti Appalachi, discendendo il fiume Cahulawassee in una zona che presto verrà inondata d’acqua per la costruzione di una diga. Giunti nel posto, l’ostilità dei locali si trasformerà in una inaspettata spirale di violenza che trasformerà una gita di quattro amici in un weekend di terrore senza fine……..
Opera divenuta celebre ed osannata ancora oggi dal popolo estremo, tra le altre cose, per una scena bestiale di stupro omosessuale ai danni di Bobby da parte di un bruto che lo incita a imitare il verso di un maiale durante la sodomizzazione. I due bifolchi che cattureranno Ed e Bobby, in questa indimenticabile sequenza, saranno definiti successivamente dagli altri componenti come una naturale conseguenza di una zona primitiva abitata solo da famiglie incestuose. Orrore sommato ad orrore. Un punto di non ritorno alla vita precedente da parte dei nostri quattro protagonisti, costretti a loro volta a modificare la propria visione della vita e ponendo al centro di essa il concetto di sopravvivenza primordiale, istintivo e destinato a far passare in secondo piano tutto il resto.
Se il fiume citato nel film è fittizio, le scene avventurose della discesa del fiume, girate in Georgia e in South Carolina, sono vere al 100%, destinate successivamente loro malgrado a tristi emulazioni che portarono a decine di vittime. Tragedie destinate anni più tardi a ripetersi in un altro film che contrapponeva l’uomo alla natura, INTO THE WILD di Sean Penn, con decine di ragazzi morti in Alaska in quanto desiderosi, dopo aver visionato il film, di visitare i luoghi degli ultimi giorni di Christopher McCandless.
Impossibile non citare infine la magnetica sequenza iniziale. Una battaglia musicale a colpi di chitarra e banjo tra Drew e un ragazzino dal ghigno particolare, destinata ad entrare nella storia del cinema.
Sporco, selvaggio, crudele e bastardo, questo capolavoro inossidabile ha rappresentato per l’epoca la perfetta sintesi e coniugazione del cinema di qualità con tematiche estreme, controverse e poco avvezze nel cinema destinato al grande pubblico. Opera più che fondamentale sul male che pervade l’uomo, interiore e della sua tanto acclamata civiltà, e la sicurezza casuale e pericolosa della natura! VALUTAZIONE? 10 e lode senza esitazione alcuna!

 

H.E.