DON’T F**K WITH CATS: Hunting an Internet Killer (2019) di Mark Lewis

ATT.NE CONTIENE SPOILER”Mi chiamo Luka e sono dipendente dalla chirurgia estetica.La cosa in assoluto più importante per me è il mio aspetto esteriore …. L’intelligenza è al secondo posto” Così si presentava nel mondo virtuale Luka Rocco Magnotta, giovane canadese divenuto celebre nel 2012 per aver ucciso, fatto a pezzi e postato il video (divenuto virale e finito anche nel primo MDPOPE di T. Cinema) completo di questo macabro snuff video (avvenuto a Montreal) su bestgore del povero malcapitato Lín Jùn (un ragazzo gay adescato da Magnotta in quanto escort) con il titolo ‘1 Lunatic 1 Ice Pick’.Questa breve docu-serie (di sole tre puntate), ad opera di Mark Lewis (autore dello storico documentario Cane Toads), inizia a raccontare gli eventi afferenti Magnotta due anni prima, quando un video anonimo postato su internet, “1 guy 2 kittens (dove due gattini venivano uccisi da un aspiratore sottovuoto) finì per dare vita ad un gruppo americano di facebook, che aveva come scopo principale quello di dare un volto al ragazzo autore di quel terribile video. In particolare un uomo ed una donna, amanti dei gatti e con parecchio tempo da dedicare alla ricerca online, iniziarono una lunga caccia all’uomo senza sosta per due anni (e non senza complicazioni estreme, compreso un ragazzo innocente depresso che finì per suicidarsi), fino a quando riuscirono a dare un nome ed un volto all’autore di 1 ‘guy 2 kittens’, ovvero quello di Luka Rocco Magnotta (nato come Eric Clinton Kirk Newman nel 1982). Magnotta creò negli anni gruppi e pagine dedicate a lui con il solo scopo di apparire e diventare una celebrità a tutti i costi. Ossessionato dall’aspetto estetico, dal diventare famoso e soprattutto dal cinema (come scopriremo in maniera scioccante e assurda nell’ultima puntata), Magnotta finì per attraversare confini estremi aberranti e terrificanti. Netflix ovviamente non mostra i video snuff e torture eseguiti da Magnotta. Per chi ha avuto la (s)fortuna di visionarli (sopra c’è scritto dove sono reperibili), siamo al cospetto, soprattutto in quello dell’omicidio con annessa mutilazione, a qualcosa di allucinante, oscuro e destabilizzante. Il fatto di aver pianificato anni prima tutto ciò, lascerà interdetti e inorriditi. Assolutamente disorientati quando scopriremo i collegamenti tra la vita reale ed agghiacciante di Magnotta con il cinema (Basic Instinct su tutti). Una distorsione scioccante della finzione, tramutata in realtà distruttiva e che trovò nell’invio a varie sedi politiche (e non solo) sparse per il Canada pezzi del corpo di Lin il suo apice estremo e perverso. Tornando ai due co-protagonisti di questa miniserie, Deanna Thompson e John Green, i due autori del gruppo facebook che dava la caccia a Magnotta dopo quel primo video del 2010, lo stesso li aveva avvertiti e poi minacciati personalmente: “La prossima volta che sentirete parlare di me sarà per un film che sto realizzando con esseri umani. E non con gattini”.Se le prime due puntate sembrano due pallottole impazzite, la terza risulterà quella più indigesta. Se non delude ed eccelle fino all’arresto di Magnotta (con numerose rivelazioni sui suoi due anno precedenti l’omicidio, compreso il misterioso ‘Manny’), l’epilogo e parte finale faranno cadere letteralmente le braccia (per non scrivere altro). La predica finale da parte di Deanna e John finirà per scivolare nella banalità, virando dai territori estremi e ben analizzati in precedenza sulla figura di Magnotta, a frasi ragionamenti banali del tipo ‘siete anche voi complici di tutto questo’. Nonostante il finale discutibile, Netflix dimostra ancora una volta di quanto il mondo dei serial killer e personaggi discutibili, rappresenti il meglio della loro produzione! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.