DRIVE (2011) di Nicolas Winding Refn

DRIVE è forse il film che racchiude, più di tutti i suoi lavori, le diverse anime cinematografiche di Refn. Quella affascinata dalla vita criminale, con le sue regole rigide di sopravvivenza, degli esordi di PUSHER a quella legata a scorbutici legami familiari alla BLEEDER, da quelle che si autoalimentano di estetiche alienanti e magnetiche (THE NEON DEMON, ONLY GOD FORGIVES), fino a quelle legate a personaggi letali ma umani (BRONSON, VALHALLA RISING), senza dimenticare l’onnipresente violenza, potente e distruttiva a livelli esagerati.
Il film segue le vicende di uno stuntman, senza nome e dal passato misterioso, che lavora in un’officina e arrotonda prestando servizio come autista per alcuni rapinatori di banche. Un giorno finisce per legarsi sentimentalmente con la sua vicina di casa, una donna che vive sola con il suo bambino mentre il marito è in carcere. Quando la vita sembra prendere una piega normale, con il suo capo officina, un uomo gambizzato a suo tempo dalla malavita ma ancora legato a personaggi discutibili, che lo convince a pilotare un’auto nelle corse Nascar, il ritorno a casa dal carcere del marito della vicina cambierà tutto. In maniera inaspettata Driver decide di aiutarlo per colmare un debito, proponendogli di fargli lui da autista per un colpo in un banco dei pegni. Le cose non andranno come previsto, ed il nostro pilota sarà costretto a mostrare la sua vera natura violenta per non soccombere agli eventi nefasti che si sono creati all’improvviso …..
Un neo noir estremo dai tempi dilatati, dove tutti gli elementi cinematografici, colonna sonora (Cliff Martinez firma forse la migliore colonna sonora dei nuovi anni dieci), scene d’azione ed estreme alternate ad altre lente e dilatate, fotografia, caratterizzazione dei personaggi implicati ed una sceneggiatura senza la benché minima sbavatura, completeranno un puzzle perfetto e grandioso. Non esiste nessun elemento casuale per coprire un secondo vuoto per forza, oppure una scena fine a sé stessa. La maschera da stuntman, i guanti neri e la giacca da pilota con lo scorpione, i gangster presentati a meraviglia, le donne presenti nella storia (perfino le comparse), le armi utilizzate per uccidere e tutto il resto, finiranno per ritornare alla grande, sempre e comunque per chiudere un cerchio unico legato proprio all’anima controversa e combattuta del suo protagonista. Impossibile non rimanere scioccati per le scene violente, poche ma stupefacenti, con teste saltate e massacrate degne dei migliori torture e gore movies estremi.
La sopra citata colonna sonora di Martinez si fonde a meraviglia con le frenate ed accelerazioni dell’anti eroe protagonista, freddo e glaciale in auto, con la quale vive in maniera simbiotica e di riflesso nella vita, esplosivo nella difesa degli elementi che ritiene più cari al momento. Probabilmente la miglior interpretazione di Gosling, dove i richiami e citazioni (estetiche e personali) del Costello di LE SAMOURAI di Jean-Pierre Melville sono molteplici, come l’unica parte debole di entrambi: le donne.
DRIVE è un’esperienza cinematografica da vivere assaporando e cogliendo al massimo tutti gli elementi visionati, estetici, sonori, caratteriali e ovviamente estremi! Un ultimo applauso doveroso a tutti gli attori principali che circondano Gosling. Carey Mulligan, Ron Perlman, Bryan Cranston, Albert Brooks, Oscar Isaac. Uno meglio dell’altro. Ci sono film che non sono destinati ad essere acclamati dal grande pubblico, ma finiscono per influenzare decine di cineasti e film successivi. DRIVE è uno di questi! VALUTAZIONE 5/5

 

H.E.