EL INCIDENTE (2015) di Isaac Ezban

Tra i cineasti messicani più meritevoli di attenzione degli ultimi anni, troviamo sicuramente Isaac Ezban, il quale ci aveva già fatto impazzire con il weirdissimo e stupefacente cortometraggio COSAS FEAS del 2010 (follia pura). Dopo una serie di cortometraggi di valore, compreso quello sopratutto ma anche quello presente nell’antologia horror MEXICO BARBARO, Isacc si cimenta in un lungometraggio horror e sci fi destinato a lasciare il segno, soprattutto mentale, nello spettatore più avvezzo e amante delle pellicole ‘mind fuck’ imperniate su loop temporali illogici ed infelici per i protagonisti che li subiscono.
Messico. Due fratelli subiscono un’irruzione violenta nel loro appartamento da parte di un poliziotto intenzionato ad arrestarli per un motivo non definito. Usciti dall’appartamento, lungo le scale del condominio, i due tentano la fuga ma il poliziotto riesce a fermarli sparando sulla gamba di uno dei due. I tre però non sanno che il loro incubo inizia dopo questo incidente. La scala finirà per diventare una trappola in quanto infinita, senza inizio, fine e soprattutto uscita. Mentre il tempo scorre inesorabilmente per i tre, seguiamo forse in contemporanea le vicissitudini di una famiglia messicana intenzionata a viaggiare lungo il paese per raggiungere una meta per le vacanze. Dopo aver passato un’area di servizio lungo una strada deserta, avviene però un incidente. La figlia della madre (l’uomo è il suo compagno attuale) sta male in quanto il suo inalatore per l’asma si è rotto. <br>Il fratello di lei, la madre e l’uomo sono disperati e cercano di portarla in salvo. Anche per loro, come per i tre malcapitati della scale, la strada sembra non terminare mai e li riporta sempre nello stesso punto. Per i due gruppi gli anni passano senza sosta, fino a quando sembra esserci un collegamento particolare tra di loro ……..
Pellicola che migliora e sorprende con il passare dei minuti, lasciando scioccati in maniera esponenziale sia i loro protagonisti che gli spettatori massacrati nella mente durante la visione. A balzare subito agli occhi (e anche alle orecchie con la colonna sonora) è senza dubbio l’evidente influenza della serie americana LOST su quest’opera. Innegabile la ricerca di ricreare quell’atmosfera priva di certezza e ricca di colpi di scena presente nella celebre serie, dove, come nel film di Isaac, i personaggi coinvolti finiranno per diventare delle calamite illogiche della storia stessa. Per cercare di non fare un semplice copia incolla, Isaac crea una duplice ambientazione che esalta la distorsione del tempo e che richiama, oltre alla celebre scala di Escher, alla memoria il cerchio della vita stessa, destinata a non finire mai definitivamente, in quanto costretta per forza di cose a trasformarsi sempre. A volte proprio per il celebre ‘effetto farfalla’ (l’incidente, o meglio gli ‘incidenti’ presenti nel film), ovvero quelle piccole variazioni nelle condizioni iniziali destinate poi a produrre grandi ed inevitabili variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. Per Isaac il sistema è multiplo e molteplice in questa pellicola, dove la causa della loro variazione sarà strettamente collegata a quella evidenziata nei due capitoli narrati, prima singolarmente e poi parallelamente. Il passaggio poi afferente la natura umana e la sua storia di sopravvivenza millenaria, dovuta alla tanto amata ‘scrittura’ delle proprie e sempre utili memorie, sarà fondamentale e centrale per capire, parzialmente, dove sta quel minimo di logica in questa prepotentemente martellante pellicola per la nostra mente assetata di verità e conoscenza dell’ignoto. Quel mistero spesso riconducibile alla nascita ed alla fine dell’essere umano (e origine annessa), che tanto si danna (come il criceto presente in una sequenza e soprattutto come i protagonisti presenti, specchio di tutti gli uomini presenti nel mondo), destinato però ad un’ostinazione di sopravvivenza figlia inesorabile delle proprie paure più inconsce. 
Non solo teorie, simbolismi e metafore, la pellicola di Isaac intrattiene a dovere, regalando momenti scioccanti e strappando diversi sorrisi (spesso amari), trascinando lo spettatore lungo un percorso virtuoso, ambizioso e maledettamente affascinante (soprattutto dal punto di vista della scenografia di oggetti ‘multipli’), dove tempo e spazio finiranno per accartocciarsi e dilatarsi più volte senza sosta! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.