EVENT HORIZON (PUNTO DI NON RITORNO) del 1997 di Paul W. S. Anderson

EVENT HORIZON, uscito lo stesso anno di CUBE, rappresenta uno dei più riusciti film anni ’90 dove orrore e fantascienza si fondono in maniera piacevolmente estrema, proprio come il citato film di Natali. Paul W. S. Anderson infatti, al suo terzo lungometraggio, crea un grandioso patchwork di generi, influenze narrative e cinematografiche che spaziano dalla DIVINA COMMEDIA ad ALIEN, da ALTERED STATES a HELLRAISER. Nel 2047 un gruppo di astronauti viene inviato per indagare e salvare l’astronave “Event Horizon” scomparsa misteriosamente 7 anni prima durante il suo viaggio inaugurale ai confini della nostra galassia. Con il suo ritorno, l’equipaggio della “Lewis and Clark” scopre la vera verità dietro la scomparsa di “Event Horizon” e qualcosa di ancora più terrificante custodito al suo interno ….. Spingere la scienza oltre i limiti consentiti può aprire porte impossibili da richiudere. Un tema ricorrente nella fantascienza dai tempi del FRANKENSTEIN di Mary Shelley fino ai giorni nostri, dove spesso la science fiction fatica a stare al passo con il presente. Negli anni ’90, dopo l’esplosione punk made in Japan degli anni ’80, si aprono nuovi orizzonti narrativi, spesso nel cinema di serie B o meno acclamato dalla critica. EVENT HORIZON ne rappresenta uno dei vertici, in quanto apre nuove strade che si agganciano a opere allucinanti di quel periodo che alterano e piegano la realtà, come JACOB’S LADDER e THE LAWNMOWER, attingendo a piene mani nell’horror più estremo e sanguinario, vedasi HELLRAISER, dove torture e violenze sanguinarie permettono di associare l’ignoto dello spazio all’inferno, creando un sinistro universo al di là dei confini cosmici conosciuti e nascosti nei buchi neri dell’universo. Un film psicologico e sovrannaturale non sempre coerente con se stesso, a causa probabilmente di un taglio considerevole dalla prima versione a quella finale (da 130 minuti si è passati ai canonici 90). Il caos dell’atto finale se da una parte ne risente, del citato e forzato taglio, dall’altra crea una spirale folle e delirante di un luogo malvagio che trova nell’astronave il vettore perfetto per aprire un varco verso l’inferno, abilmente mostrato attraverso torture, violenze, gore e devastazioni corporee che renderanno felici gli amanti dell’estremo più sanguinario. EVENT HORIZON, oltre a quanto sopra descritto, ha il merito di aver influenzato un’infinità di film, telefilm e videogiochi degli anni a venire, trasformandosi nel tempo da flop massacrato dalla critica a film di culto. Tra le tante valide interpretazioni, quella di Sam Neill, nei panni dello scienziato folle e visionario Weir, è semplicemente fenomenale, in quanto coniuga perfettamente il mad doctor di turno con poteri da stregone fantasy del male. L’idea di una struttura fisica, l’astronave, che prende vita attraverso i dolori e traumi personali dell’equipaggio di turno, rimane, assieme alle straripanti torture succitate, il pezzo forte delle pellicola. PUNTO DI NON RITORNO, a distanza di ben 25 anni, è un film imprescindibile per tutti gli appassionati del connubio horror estremo – sci fi ed in generale dell’estremo più visionario! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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