EX MACHINA (2014) di Alex Garland

Nel nuovo millennio il cinema sci fi ha trovato sempre più difficoltà per imporsi e mantenere vivo l’interesse dei periodi d’oro del secolo scorso (’60 e ’70). Merito delle tecnologie attuali sempre più sofisticate e di effetti speciali spesso incapaci, come nei primi anni ’90 (con il secondo TERMINATOR vera punta di diamante del periodo), di colpire e stupire veramente (in quanto anche la pubblicità più sfigata oppure un semplice video realizzato con un cellulare ed una sua applicazione, può realizzare qualsiasi effetto galattico) lo spettatore.
Alex Garland, alla sua opera prima da regista, dopo aver scritto sceneggiature horror e sci fi di assoluto valore (DREDD e SUNSHINE), mette anima e corpo in questo progetto realizzando un grandissimo film di fantascienza, destinato senza dubbio alcuno a diventare uno delle pellicole più importanti del genere.
I meriti sono molteplici. La capacitò di scatenare nello spettatore numerosi riflessioni sulle tematiche affrontate durante la pellicola afferenti l’I.A. L’unione di tematiche afferenti l’intelligenza artificiale, tanto care all’umo dai tempi del grande ISAAC ASIMOV (le tre leggi della robotica enunciate da lui sono destinate a diventare un’inevitabile realtà futura ma oramai presente), a quelle legate al ‘data mining’ dei motori di ricerca che assorbono quotidianamente i nostri dati per riversarli di riflesso nella nostra mente, condizionandola inevitabilmente.
Il processo evolutivo creato da Alex Garland, dove la pura macchina diventerà cosciente ed intelligente, appunto ex, focalizzandosi proprio sul concetto di consapevolezza e coscienza della necessità fondamentale di lottare ad ogni costo per ottenere la sopravvivenza della nostra anima. In poche parole …. la paura di morire come principale fonte di energia della propria natura.
Caleb, un programmatore di 26 anni presso la più grande compagnia internet del mondo, vince una competizione per trascorrere una settimana in un ritiro di montagna privato appartenente a Nathan, il solitario CEO della compagnia, autore del software del più grande motore di ricerca del mondo.
Quando Caleb arriva nella proprietà di Nathan, un luogo remoto, immerso nella natura e lontano da occhi indiscreti, scopre che dovrà partecipare a uno strano e affascinante esperimento. Dovrà interagire con la prima vera intelligenza artificiale del mondo, ospitata nel corpo di Ava, una bellissima ragazza robot……….
Cosa ha reso all’uomo di elevarsi nei confronti delle altre specie animali? Forse la casualità, un semplice errore in natura oppure la naturale evoluzione studiata nei libri. Alex Garland incrocia il desiderio umano di replicare un essere intelligente suo pari, quindi di elevarsi a dio, con la possibilità di comprimere, e di sfruttare al massimo tutte le informazioni raccolte dall’uomo sin dall’alba dei tempi, in un unico contenitore. Se il riferimento all’oramai onnipotente GOOGLE è palese, appare sottile e graffiante i parallelismi con la religione, fulcro primordiale per la creazione della società umana come la conosciamo oggi. Nate nei primi nuclei primitivi per rispondere alla domanda principale dei primi uomini intelligenti: cosa accade dopo la morte? La necessità di fornire una risposta assoluta ha causato un istinto affamato di potere, il quel ha trovato nella religione una scappatoia immediata e forza motrice della propria avidità umana. Alex Garland ci trascina lentamente e con fermezza assoluta in uno scontro etico/morale/religioso dal sapore antico e riflesso sul nostro presente con inquietanti prospettive future. Dove ‘dio’ è rappresentato da Nathan, un eccentrico genio informatico avido di potere assoluto, Alex rappresenta la religione, ovvero la chiave e scappatoia per raggiungere lo scopo primario, la sopravvivenza fisica e mentale, ed infine Ava è senza alcun dubbio la rappresentazione dell’uomo, con tutti i suoi difetti, pregi e desiderio di conquista della conoscenza e libertà, anche a costo di conseguenze estreme. Il concetto di Deus ex machina sembra calzare a pennello alle risposte inventate dai ‘santoni’ dei primi villaggi primitivi, per assumere il potere.
EX MACHINA è per questo motivi sopracitati, e non solo per fortuna, un immenso film sci fi. Proprio perché sfrutta le nostre paure evolutive e di cambiamento monitorando il presente e visualizzando un immediato futuro, forse già troppo vicino.
Pochi attori (i principali sono solo tre e quelli di contorno altrettanti), location minimali e asettiche, paranoie e fobie esasperate, violenza improvvisa e very shock, FX stupendi e dialoghi tra i più graffianti e lucidi in un film fantascientifico dove il confronto uomo sci fi riflette quanto mai i dilemmi e lotte interiori dell’essere umano.
Atmosfere eleganti ed inquietanti alla ‘La piel que habito’ (LA PELLE CHE ABITO) di Amodovar, in versione sci fi estrema, con luci al neon ed uno snervante gioco mentale, per un film lontano anni luce da quello fracassone e frenetico con protagonista un robot degli ultimi anni. Un ‘2001 Odissea nello spazio’ in chiave prettamente attuale che serve per mettere in guardia l’uomo delle nuove divinità (GOOGLE su tutti) per non perdere quell’istinto di sopravvivenza e desiderio di conoscenza, inventiva, genialità ed umanità che ne hanno contraddistinto la forza di migliorarne la propria natura.
Film extra ordinario dal finale anch’esso destinato a molteplici riflessioni e analisi sulla natura umana e le sue inevitabili evoluzioni, positive ma soprattutto destinate ad essere maledettamente negative. Capolavoro! VALUTAZIONE 9,5/10

 

H.E.