FACES OF DEATH (LE FACCE DELLA MORTE) del 1978 di John Alan Schwartz

La seconda rivoluzione dei doc estremi, dopo quella inaugurata nel 1963 dal leggendario e nostrano MONDO CANE, vide la luce nell’ormai lontano 1978, ovvero quando il John Alan Schwartz, in arte Conan Le Cilaire, partorì il primo shockumentary moderno: FACES OF DEATH. Primo di una lunga serie (ben otto in tutto), e divenuto nel tempo un vero e proprio titolo cult per tutti gli appassionati del mondo estremo. LE FACCE DELLA MORTE (titolo italiano) è riuscito a riscrivere gli stilemi del classico doc shock, divulgativo e ironico del genere ‘mondo movie’ (che da li a qualche anno avrebbe visto la fine), alzando l’asticella dell’estremo e finendo per aprire le porte a serie e titoli più feroci che dagli anni ’80 in poi hanno finito per accumulare migliaia di silenziosi voyeuristi della morte, del sangue e della violenza … reali. Il misterioso successo a livello mondiale, considerata la qualità non eccelsa del prodotto e dei contenuti trattati, sta proprio nella divulgazione innovativa, decisa solo a stupire senza prendersi troppo sul serio, in quanto scopriremo qualche anno dopo che buona parte delle sequenze proposte non solo sono fasulle ma studiate sapientemente a tavolino. Su tutte una scimmietta uccisa e divorata sul tavolo di un ristorante esotico, un ranger divorato da un alligatore e soprattutto un’esecuzione sulla sedia elettrica decisamente poco credibile. A rendere balordo il tutto ci pensa l’aiuto regista nei panni di un improbabile patologo, che presenta l’opera come una ricerca culturale e necessaria sulla l’atto finale della vita, con diverse visioni sulla morte e conseguente cause diversificate. Tra mattatoi e galli decapitati, incidenti mortali e scene di guerra, dissezioni e cadaveri le scene estreme e reali non mancano, rendendo sicuramente nel 1978 quest’opera alquanto efficace se l’obiettivo del suo autore era solo di scioccare e destabilizzare lo spettatore, all’epoca poco avvezzo a ‘facce della morte’ reali e non cinematografiche. Da FACES OF DEATH in poi le serie di shockumentary, sempre più estreme, con VHS più o meno clandestine, sono letteralmente esplose. Da TRACES OF DEATH a BANNED FROM TV, da INHUMANITIES a MANY TABOO OF DEATH, solo per citarne alcune, la lista è bella corposa, varia e ricca di frattaglie umane e cascate di violenza (dis)umana. Tutti però (gli autori di queste fantomatiche opere sulla morte), oltre ad essere la maggior parte decisamente più estremi dell’opera di John Alan Schwartz, devono tantissimo, per quanto scritto in precedenza, a quest’ultimo. FACES OF DEATH è un doc shock fondamentale, in quanto grazie ai meriti sopra citati ci permette di sorvolare su diverse ingenuità narrative e bugie presentate però con stile, astuzia e arte povera. Da collezione obbligatoria! VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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