FRESH (2022) di Mimì Cave

Fresh nel titolo e nei fatti. L’opera prima dell’americana Mimì Cave, uscita nella piattaforma Hulu, è un’opera in grado di accalappiare il pubblico horror mainstream quanto quello più avvezzo all’estremo indie e underground. Pur rubacchiando varie idee da altre opere (HOSTEL, THE CANNIBAL CLUB, THE HUMAN CENTIPEDE, TUSK, FEED), la pellicola riesce a mantenere una superficie semi ironica senza inficiare un contesto decisamente malsano ed estremo. L’ennesimo specchio dei social media, fondamentali e imprescindibili per alcuni anche nel corso del film, dove l’apparire vincenti e sicuri ripaga senza sempre, mentre chi è alla ricerca della felicità, in questo caso del principe azzurro, finirà per capire quanto sia stupida, in seguito, tale utopia delirante. Noa è una ragazza single frustrata dallo scorrere le app di appuntamenti solo per finire con appuntamenti noiosi e noiosi. Noa coglie l’occasione dando il suo numero al misterioso e affascinante Steve dopo un incontro simpatico lungo la corsia di un supermercato. L’appuntamento, purtroppo per lei, si trasformerà da sogno a incubo in 24 ore, quando Steve getterà la maschera e Noa si renderà conto di essere finita in un mondo sotterraneo affamato di giovani e belle ragazze …… Prologo iniziale veramente brillante, con una presentazione di Noa e del mondo che la circonda effervescente quanto deprimente per chi cerca senza sosta l’anima gemella. I 35 minuti iniziali riescono ad incuriosire e ‘rapire’ lo spettatore attraverso uno stile moderno e accattivante senza mostrare nulla di eccessivo, anche se orrore ed estremo aleggiamo sinistramente nell’aria dall’apparizione di Steve in poi. Dopo i titoli di testa iniziali veniamo catapultati letteralmente in un altro film, quasi del tutto privo di ironia, ricchissimo di cinismo, opportunismo e di una costruzione perfetta di in mondo parallelo vizioso e viziato, dove l’opulenza deve regalare a tutti i costi emozioni sempre più forti, illegali e folli, dove il ‘cibo’ estremo diventerà il simbolo massimo dell’onnipotenza sensoriale umana. Ottima la cornice creata attorno alla figura di Steve, il ‘mad doctor’ di turno, lontano dagli stereotipi esteticamente sconnessi (quanto maledettamente riusciti) degli esempi citati in precedenza e più vicino all’insospettabile mostro della porta accanto. Dopo una parte iniziale accattivante e una centrale rivelatrice ricchissima di fascino estremo e infernale, la parte finale e conclusiva risulta meno intrigante, allineandosi a thriller e horror più convenzionali, con nuovi richiami a opere già viste (ved. Tarantino). La corposa parte dedicata al cannibalismo poteva essere sfruttata meglio, soprattutto dal punto di vista psicologico, in quanto solo in parte ha cercato di deviare verso nuovi orizzonti narrativi. Da sottolineare le convincenti prove attoriali, dei protagonisti primari e secondari, merito di una sceneggiatura tutto sommato ricca di dettagli e spunti interessanti. FRESH è un horror estremo che alla fine piace e convince, grazie soprattutto ad una regia dinamica e visivamente … ‘deliziosa’!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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