GIU’ LA TESTA (Duck, You Sucker!) del 1971 di Sergio Leone

“Giù la testa …. .coglione”
Il secondo capitolo della trilogia del tempo di Sergio Leone, iniziata tre anni prima con C’ERA UNA VOLTA IL WEST e terminata nel 1984, dopo innumerevoli fatiche, con C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA, è una pellicola di difficile catalogazione. E’ un western, per quanto concerne ambientazioni polverosi e vita selvaggia, un film politico, sullo sfondo abbiamo la rivoluzione messicana degli anni ’10 del secolo scorso (e come scopriremo anche la primordiale organizzazione paramilitare nazionalista irlandese), una pellicola di guerra, dinamite e piombo come se non ci fosse un domani, ed infine una grande storia avventurosa permeata di graffiante ironia, dove revenge, amicizia e lealtà finiranno per diventarne i cardini, senza però dimenticare una violenza onnipresente, in particolare nella seconda parte.
Messico, 1913 circa. Nel mezzo di un periodo storico caratterizzato dalla rivoluzione messicana, un peone, tale Juan Miranda, affiancato dalla numerosissima famiglia (6 figli, il padre anziano e vari nipoti), attacca le diligenze più opulente per sopravvivere. Un giorno, dopo averne saccheggiato una e aver stuprato l’una donna del gruppo rapito, incontra il dinamitardo John H. “Sean” Mallory, il quale si presenta alla sua maniera dopo aver fatto esplodere la strada che lo precedeva. Per Miranda questo è un segno del destino, in quanto vede in John, un uomo scappato dall’Irlanda dopo aver preso parte alla rivoluzione nel suo paese, il partner giusto per coronare il sogno di una vita: assaltare la banca de La Mesa Verde, una cittadina messicana. Dopo tira e molla, i due si ritrovano presso la banca per prenderne possesso, finendo però nel mezzo della rivoluzione messicana ……
‘Senza violenza non ci può essere rivoluzione’, tuona nei titoli di testa leone citando Mao Zedong, finendo però per demolire il sogno rivoluzionario proprio attraverso i due protagonisti Juan e John, due nomi simili e due caratteri diversi ma allo stesso tempo in sintonia personale quasi simbiotica man mano che si avanza nella storia. Se per Miranda la rivoluzione è solo una scusa per alcuni, i furbi come li chiama lui, per prendere semplicemente il potere al posto di altri fregandosene del popolo, per John, ex idealista, è impossibile che essa avvenga senza tradimenti o compromessi (i suoi ricordi diventeranno una storia nella storia, profonda di significato e di amara nostalgia).
Questo sesto film del leggendario regista romano, rafforza ancora di più il rapporto unico tra Leone e Morricone, regalando al pubblico (e alla storia) una delle colonne sonore più suggestive e sensazionali da parte di quest’ultimo (per chi scrive almeno tra le prime dieci della storia del cinema). Dal ‘Sean Sean’ al ‘Juan Juan’, dove vengono abilmente sottolineati i nomi dei due protagonisti (Rod Steiger e James Coburn in forma eccezionale), perfetti nei momenti ironici come in quelli drammatici, finendo per sintetizzare al meglio quanto sia fragile e inevitabile il destino di chi si trova usato e non artefice del proprio destino. Sulla regia e colonna sonora inutile soffermarsi oltre, siamo su livelli qualitativi altissimi.
GIU’ LA TESTA è considerato ancora oggi, sbagliando, un film minore di Sergio Leone. Al contrario è una pellicola unica, irripetibile e densa di significati poetici sulla storia (di chi non appare in prima pagina e condivide in questo caso la sorte dei pistoleri del far west e dei gangster americani degli anni ’30) e valori umani, amicizia in primis, che da sempre hanno caratterizzato la filmografia di Leone. Un film …. semplicemente eccezionale e spettacolare, da vedere, rivedere e …. ascoltare all’infinito!! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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