GUINEA PIG: MERMAID IN A MANHOLE (ザ・ギニーピッグ マンホールの中の人魚) del 1988 di Hideshi Hino

Il secondo film della saga GUINEA PIG (il n.6 dell’intera collana) diretto da Hideshi Hino (autore dei manga dai quali sono stati poi tratti i vari GUINEA), dopo il famigerato torture movie ‘Flower of Flesh and Blood’ (Chiedere a Charlie Sheen per conferma, in quanto all’epoca scambio questo film per un snuff reale, denunciandolo all’FBI), è considerato da molti anche il migliore di questa saga, in quanto capace di fondere a meraviglia romanticismo e body horror. Per quanto concerne l’estremo, sia per contenuti (fortissimi come scopriremo nell’amaro finale) che per estetica e raffigurazione, con effetti speciali poderosi ad opera di Nabuaki Koga, siamo su livelli altissimi ed efficaci visivamente quasi quanto quelli di THE FLY di David Cronenberg, uscito solo due anni prima.Okinawa, Giappone. Un artista depresso per la recente morte della moglie, cerca fonti d’ispirazione macabra nelle fogne della città. Qui, con grande stupore, incontra una bellissima sirena. Questa, rimasta bloccata li da anni a causa della trasformazione del fiume in una fogna, telepaticamente riesce a comunicare con il pittore, il quale per non esita ad aiutarla portandola nel suo appartamento. Le condizioni della sirena sono però pessime, in quanto il corpo, affetto da una mutazione inarrestabile, è coperto da pustole e carne putrefatta. Questa non chiede all’uomo di salvarla, bensì di utilizzare i liquidi fuoriusciti dal suo corpo, di multicolore, per dipingerla prima della sua morte …….Solo un’ora per narrare una delle storie più singolari e originali afferenti una delle creature mitologiche più celebri e celebrate di sempre, la sirena. Un racconto decadente intriso di poesia e romanticismo vintage, dove il disfacimento estetico non limita il desiderio dell’artista di catturane l’unicità e la bellezza, utilizzando proprio la sofferenza del soggetto, la sirena appunto, simboleggiato dai colori e liquidi corporei mediante un percorso artistico che trasforma la morte in bellezza eterna. Un’opera lontana anni luce dai feroci torture movie (i primi due capitoli) e soprattutto dagli altri demenziali (e inutili) capitoli della saga, resa celebre a suo tempo proprio da chi considerava alcuni di questi film come veri e non fittizi (Charlie Sheen chissà cosa si era fumato quella sera). Il finale, triste e scioccante allo stesso tempo, citato in precedenza, alza ancora di più l’asticella della qualità di questo film, dove l’unico difetto sembra essere solo la breve durata (63 minuti).Un’opera che mira a disgustare e respingere lo spettatore ma allo stesso tempo tempo di rapirlo e farlo innamorare di un dolore trasversale che lega la sirena e l’artista, incapace questo di accettare una tragica e terrificante verità. Notevole!! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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