HENRY II: Portrait of a Serial Killer (1996) di Chuck Parello

Dieci anni dopo il film cult ‘HENRY, PIOGGIA DI SANGUE’, fa la sua comparsa un sequel finito purtroppo nel dimenticatoio e quasi sconosciuto in Italia. Pur lontano, per qualità ed epicità, dai fasti estremi del film culto di John McNaughton e con un diverso attore nei panni del furioso Henry (non più Michael Rooker ma il meno noto Neil Giuntoli), questo film non delude per quanto concerne l’estremo e la violenza sadica del suo glaciale protagonista, riprendendo in parte la storia proprio dove era finito il primo capitolo. Henry, senza fissa dimora, riesce, dopo aver girovagato a lungo, a trovare un lavoro come pulitore di cessi mobili. A d accoglierlo e dargli anche un posto dove stare il suo nuovo collega Kai e sua moglie Cricket. Anche se taciturno Henry, finirà per stringere amicizia con Jai, il quale ha anche un secondo lavoro. Kai è un piromane su richiesta per truffare le assicurazioni. Questo finirà per rivitalizzare Henry, permettendogli in alcuni casi di far esplodere la sua vena omicida. A scatenare ulteriormente la sua anima da serial killer, ci penserà la nipote di Kai, una ragazza mentalmente instabile che finirà innamorarsi proprio del suo nuovo vicino di stanza Henry …….Se il primo film lasciava un minimo dubbio sulla sorte di Becky, sarà proprio Henry nei primi minuti a spazzarlo via, chiarendo bene quale fosse il contenuto di quella valigia mostrata nel film capitolo precedente. Dopo una breve presentazione di vari protagonisti di questo film le gesta di Henry e del suo nuovo compare Kai finiranno per ricalcare le gesta dello stesso e di Otis, finendo per torturare e uccidere (tra le quali spicca una brutale decapitazione) i malcapitati di turno. Il film in teoria dovrebbe ripercorrere le gesta omicida e selvagge del celebre (presunto) serial killer Henry Lee Lucas. Ovviamente, dopo aver visionato la docu-serie THE CONFESSION KILLER (2019) di Robert Kenner & Taki Oldham, faticheremo ad associare le barbarie presenti nel dittico HENRY: Portrait of a Serial Killer alle vere gesta di Lucas. Malgrado tutto ciò, questo film compie ampiamente il suo dovere, mostrando il lato disumano e privo di emozioni di un assassino seriale senza cuore che trova piacere solo uccidendo, non prima di becere torture, uomini e donne innocenti. Un piccolo film meritevole sicuramente di attenzione, soprattutto per chi ha apprezzato il primo leggendario capitolo e a chi desiderava conoscerne un eventuale seguito. Da vedere! VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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