IL PRIMO RE (2019) di Matteo Rovere

Cinema italiano estremo se sei vivo e ci sei batti un colpo …… e che colpo! Dopo un lungo lavoro di gestazione e riprese durato diversi mesi, grazie al supporto continuo di archeologi, storici e semiologici (il film è recitato in proto-latino), IL PRIMO RE irrompe prepotentemente nel cinema italiano e non solo, svegliandolo da un letargo sornione e spesso intimorito da kolossal stranieri afferenti anche il passato del nostro bel paese.
Roma, secondo tradizione e leggenda, è stata fondata nel 753 a.c. sulle sponde del fiume Tevere, con protagonisti i fratelli Romolo e Remo, dal cui rapporto controverso ne deriverà il primo re di Roma di impero ampiamente (forse mai abbastanza) studiato poi nei libri di scuola.
753 a.c. nei pressi del fiume Tevere. Romolo e Remo, due fratelli gemelli rimasti soli nel mondo dopo la morte della madre, lottano continuamente per sopravvivere in un mondo dominato dalla violenza e dalla legge del più forte. I due gemelli, a seguito di un’esondazione improvvisa del Tevere, perdono tutto il loro gregge di pecore e finiscono per diventare prede dei crudeli guerrieri di Alba. Costretti a lottare in un’arena con altri schiavi, per propiziare attraverso un sacrificio umano l’ira del fiume, i due fratelli riescono con la forza ad ottenere la libertà. Purtroppo Romolo rimane gravemente ferito. Remo, al comando di un piccolo gruppo di schiavi, cattura la ‘dea’ dei guerrieri d’Alba, in quanto in possesso del fuoco sacro. Inizierà così un viaggio iniziatico, legato per forza di cose al destino dei due fratelli, che porterà il manipolo di uomini ad avventurarsi nelle paludi e foreste, al fine di attraversare il fiume verso la salvezza e la fuga dai guerrieri d’Alba decisi a vendicarsi dei loro fratelli uccisi …….
IL PRIMO RE è un film diverso da tutti quelli italiani epico-storici del passato e quelli recenti più celebri decisi a ricostruzioni storiche più veritieri possibili, almeno secondo le intenzioni dei loro autori, come LA PASSIONE DI CRISTO di Mel Gibson e VALHALLA RISING di Nicolas Winding Refn.
Un’opera epico-mitologica cruda e scarna, dove gli elementi naturali, come acqua (il fiume, le paludi, la pioggia), fuoco (venerato come e più di un dio) e la luce naturale, nel vero senso della parola, ne caratterizzano in ogni momento i destini dei protagonisti di questa storia, affogata anche e soprattutto nel sangue, nell’ultra violenza, nella superstizione e ovviamente, il vero cuore del film sarà proprio questo, in un rapporto fraterno di amore e strano odio quanto mai logorante e forza trainante della parte più drammatica della pellicola. Un film che alterna sapientemente l’azione, tra furiose battaglie con tanto di amputazioni selvagge e gore degno del cinema horror più estremo, la ricostruzione storica, attraverso costumi, luoghi (le riserve naturali dell’Aniene, del Circeo ed il lago dei Monaci i luoghi prescelti dal regista), ed una fotografia superba, pronta ad evidenziare i particolari naturali, epico e mitologici della storia, finendo così per non fare eccedere mai nessuna delle componenti proposte nel corso dei 127 minuti della pellicola.
Se Alessandro Borghi (SUBURRA, SULLA MIA PELLE, NON ESSERE CATTIVO) è oramai una certezza assoluta del nostro cinema, ed infatti non delude nemmeno per un secondo nei panni di Remo, finiranno per stupire tutti gli altri protagonisti, primari e secondari. A partire dalla figura da Satnei (‘sacerdotessa, strega e voce degli dei’), interpretata magistralmente ed in maniera oscura da un’ottima Tania Garribba. Non meno forte visivamente il variopinto gruppo di guerrieri che affiancheranno Romolo e Remo nel loro percorso ‘divino’. Sporchi, sudici, selvaggi e ognuno con cicatrici profonde, segno di un mondo dominato dalla violenza, dalla superstizione e dall’istinto di sopravvivenza.
IL PRIMO RE è una novità assoluta per il cinema di casa nostra, unico nel coniugare storia, estremo, azione, mitologia e ambientazioni italiche forse mai sfruttate così bene. Un applauso finale agli effetti speciali artigianali, fantastici nell’esaltare scene estreme da leccarsi i baffi (per chi ama l’estremo) e ottimali per farci immergere al meglio in un passato così duro e brutale.
Grandissimo film italiano, da promuovere ed elogiare all’infinito! VALUTAZIONE 9,5/10

 

H.E.