IN FABRIC (2019) di Peter Strickland

Il regista inglese Peter Stricland (KATALIN VARGA, THE DUKE OF BURGUNDY, BERBERIAN SOUND STUDIO) conferma ancora una volta con il suo ultimo lavoro, IN FABRIC, di essere uno dei registi degli ultimi dieci anni più interessanti, talentuosi e brillanti. Grazie soprattutto ad una capacità energica di modellare a proprio piacimento quel gusto retrò anni ’70, in particolare quello afferente al giallo italiano, rinnovandolo attraverso suoni, cromature e storie grottesche, sensuali e apparentemente non sense. Come per i lavori di Nicolas Winding Refn e del duo belga Hélène Cattet & Bruno Forzani, l’immersione nelle cromature di uno stile amatissimo ancora oggi in tutto il mondo, rendendo enorme ed ammirato il nostro cinema del passato, è totale, in quanto la fusione tra musiche, colori vintage e storie estreme, che variano dal weird all’horror più terrificante, è totale. <br>Primi anni ’90. In un grande magazzino inglese è periodo di saldi. Sheila, una donna divorziata che lavora come impiegata in un banca, trova negli incontri al buio una nuova possibilità di rinascita e valorizzazione della propria femminilità. Sheila approfitta dei saldi promossi in tv per visitare Dentley & Soper, un grande magazzino a ovest di Londra. Miss Luckmoore, un’addetta alle vendite molto particolare, le consiglia l’acquisto di un vestito rosso acceso. Ammaliata dai modi cordiali e gentili di Miss Luckmoore, Sheila non esista nell’acquisto. Il vestito però nasconde una storia inquietante afferente alla stilista che lo aveva indossato in passato, finendo così per diventare maledetto in quanto sembra distruggere tutto quello che gli si avvicina ed al tempo stesso risultare anche indistruttibile …….
A Peter Strickland di compiacere il grande pubblico o di mettere in scena una storia ordinaria, semplice o lineare probabilmente non interessa minimamente. Come per i grandi cineasti meno convenzionali, esempio David Lynch, il regista inglese eccede e accelera nella messa in scena di una storia caleidoscopica, spacca cervello che omaggia con stile eccelso e senza mai scimmiottarlo quel genere cinematografico anni ’60 e ’70 sopra citato. Se la storyline principale appare come un horror fantasy alla ‘The Twilight Zone’, con un vestito che vive e diventa attivo e non solo passivo, il contorno è maledettamente esaltante e stimolante, attraverso frangenti improvvisi di spot televisivi anni ’70 e allucinanti momenti erotici mistici e weird. In particolare una scena, nelle stanze segrete del grande magazzino Dentley & Soper, di una masturbazione ossessiva (da parte di un essere simile al vampiro di Nosferatu) a seguito di una sovra eccitazione di un manichino arricchito di peli pubici femminili, lascerà senza fiato. Merito assoluto di MIss Luckmore (una specie di sorella del Mistery Man di STRADE PERDUTE di Lynch), interpreta magnificamente dalla musa per eccellenza di Stickland e presente in tutti i suoi film, la sensualissima attrice Fatma Mohamed. L’evoluzione presente nel film, dove l’umorismo nero e macabro è sempre presente e regalerà sorrisi a ripetizione, tra la prima, con protagonista Sheila, e la seconda, con protagonista l’omuncolo Parla Reg, lascerà sicuramente spiazzati i più, a dimostrazione di quanto sia di rottura questa pellicola con il cinema più convenzionale. I momenti estremi non mancheranno, con tanto di sangue e situazioni angoscianti, sempre smorzati da quella ironia malsana che già aveva caratterizzato il vibrante BERBERIAN SOUND STUDIO.
Impossibile catalogare questa pellicola, esteticamente poderosa, in quanto mescola neo giallo ed horror psicologico, thriller e grottesco, fantasy e mistero, sempre attraverso un percorso multicolore illuminante e stupefacente. Inoltre appare evidente una sottile critica sinistra al consumismo imperante ed alla mania di acquisto nei periodi dei saldi, con folle oceaniche impazzite che si illudono di acquistare la felicità con un oggetto, abito o borsa che sia. Proprio su questo aspetto demente sembra focalizzandosi al meglio, accentuane il lato più feticista e morboso dello stesso, in quanto l’eccesso a volte può portare anche alla morte. Il finale del film, che invece di spiegare il tutto in maniera scientifica esalta ancora di più la parte horror e fantasiosa delle pellicola, manderà in confusione estrema ma allo stesso tempo in estasi piacevole lo spettatore, frastornato a dovere da un’estetica abbagliante, tentacolare e maledettamente avvincente. Film sicuramente non per tutti i palati cinematografici considerata al sua irrazionalità e follia costruttiva, basata moltissimo su sogni onirici (stupendi), magia nera, manichini inquietanti, profezie sinistre e momenti furiosamente privi di logica. Se avete adorato i film precedenti di Stickland e le pellicole più estreme dei registi sopra citati, questo film lo amerete senza dubbio alla follia e non lo dimenticherete tanto facilmente! VALUTAZIONE 4/5

H.E.