IN VANDA’S ROOM (No Quarto da Vanda) del 2000 di Pedro Costa



Nella periferia degradata di Lisbona, in particolare nel Bairro das Fontainhas, seguiamo per quasi tre lunghe ore statiche, interminabili ed in alcuni frangenti anche noiose, la vita misera e miserabile di Vanda, la sorella e di altri reietti del luogo, perlopiù tossicodipendenti da eroina e crack. Stanze prive di luce, come quella di Vanda che da il titolo a questo docu-film, dove insetti, degrado e sporcizia abbondano e diventano lo sfondo poco ideale delle loro vite poco edificanti. Una quotidianità che avanza inesorabile e priva di speranza mentre fuori dalle catapecchie, abitazioni al grezzo fatiscenti e stantie, le ruspe si prodigano ad abbatterle una ad una.
Dialoghi in apparenza privi di senso, i quali racchiudono tutto il micro mondo di dei tossicodipendenti di Fontainhas, che raccontano storie di umiliazioni, paura e rassegnazione estrema. Una madre tossica che ha trovato il figlio neonato morto, due tossici perennemente bullizzati e che temono di essere uccisi per strada, storie sconnesse di prigionia che vedono protagoniste le ossute e scheletriche Vanda e Lena Duarte (sorelle simili che litigano ma nel disagio trovano sempre un compromesso per coesistere) ed infine rituali della tossicodipendenza di strada dove le preoccupazioni sono di rastrellare stupefacenti sparsi negli elenchi del telefono, rimediare una siringa pulita o una dose giornaliera solo per soddisfare l’astinenza che assilla mente e corpo di questi disperati.
Se nel precedente film di Costa, OSSOS, Vanda era un’attrice, questa volta interpreta se stessa, avvolta e rinchiusa, per volontà e rassegnazione, nella sua stanza a fumare (quasi mai è ripresa senza la carta stagnola e l’accendino in mano) crack ed eroina.
Non esiste nessuna evoluzione di Vanda, la sorella o gli altri tossici ripresi nel corso del documentario, realizzato dopo lunghe riprese catturate per mesi da parte di Costa, quasi a rimarcare e sottolineare ancora di più l’ineluttabile destino comune di queste persone dimenticate da dio e dallo stato, il quale non esita a spazzarli via senza esitazione alcuna.
Un’opera ‘pura’, cruda e pessimista, dove non esiste nessuna luce in fondo al pozzo nel quale sono sprofondati questi miserabili emarginati! VALUTAZIONE 4/5

H.E.