KILLING JESUS (Matar a Jesús) del 2019 di Laura Mora Ortega

‘Punta solo con l’odio nel tuo cuore’ Pellicola semi autobiografica della regista colombiana Laura Mora Ortega, al suo primo lungometraggio dopo aver macinato decine di episodi in serie tv locali, perlopiù dedicate a Pablo Escobar. Medellin. Paula, una studentessa di 22 anni e amante della fotografia, è testimone del brutale omicidio del padre, un professore di scienze politiche e idealista che insegna nell’università dove studia la figlia. Paula per una frazione di secondo riesce a vedere l’assassino del padre, scappato in fretta su una moto. Devastata dal dolore per la perdita, Paula con la sua famiglia deve confrontarsi con la staticità della polizia, la quale ha archiviano presto il delitto con la scusa della dilagante violenza nella città colombiana. Qualche mese dopo, in piena atmosfera natalizia, Paula riconosce in discoteca il ragazzo che uccise suo padre. Il suo nome è Jesus e Paula prova, goffamente e avvicinandosi a lui giorno dopo giorno, ad escogitare un piano per vendicarsi ……Anche se lontani dalla qualità estetica e di contenuti dei recenti capolavori ORO VERDE e MONOS, ‘MATAR A JESUS’ rimane una pellicola assai robusta, che gravita a metà strada tra un dramma disturbante ed un revenge sofferente che ricalca, parzialmente, quanto provato in gioventù dalla stessa regista sulla propria pelle. Forte di una carica genuina (buona parte degli attori, compresa la protagonista, sono al loro debutto cinematografico), di scenografie cittadine e naturali favolose (la città vista dall’alto e di notte lascerà senza fiato) e pur mettendo al centro la difficile e macchinosa vendetta di Paula, i riflettori sono puntati senza mezze misure sulla criminalità dilagante nella città colombiana, sulla polizia corrotta e su un sistema socio politico che dimostra tutta la sua incapacità di arginare le piaghe appena citate. In questo contesto malsano ci avventuriamo in un rapporto complicato e controverso tra Paula e Jesus (dove sarà proprio lui ad insegnargli a sparare), nome assai simbolico e non casuale come scopriremo nel corso della pellicola. Atmosfere di strada, con annesso degrado e violenza sporca in ogni suo angolo, dove appare impossibile fidarsi del prossimo e dove ognuno piange qualcuno morto ammazzato dal mostro tentacolare e invisibile solo in superficie della malavita più o meno organizzata. Il finale, diverso dal solito revenge movie, è destinato a lasciare diverso amaro in bocca ma, come si evince sin da subito dal titolo, lascia ampio spazio a quella simbologia cattolica, onnipresente in tutto il film e che influenzerà non poco una ragazza tenace, coraggiosa ma ferita al cuore come Paula. Niente di nuovo sotto il sole estremo ma trattasi di un esordio più che discreto. Intenso ed emotivamente ricco di sfumature che lasciano ben sperare per il futuro di questa regista … forte e coraggiosa nel mettere in scena quanto subito sulla propria pelle!! VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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