LA CASA LOBO (2018) di Joaquín Cociña & Cristóbal León

 

Maria fugge dalla colonia nella quale risiede a causa di una spinta di ribellione e trova riparo una dimora, ma sarà veramente al sicuro? La colonia nella quale risiede Maria è rinomata per la produzione di un miele genuino e per la tranquillità, ma come in ogni comunità che si rispetti anche la colonia ha delle regole, con annesse punizioni. Punizioni da cui la ragazza fugge, perché ritenute ingiuste, approdando in un rifugio ritenuto sicuro, fino a prova contraria. Nella casa però si porta dietro una compagnia simpatica quanto curiosa e anche se la casa è una stamberga, Maria fa di tutto per renderla accogliente. Il pericolo però è dietro l’angolo… Il film si presenta come un capolavoro, in tutti i sensi: all’inizio si viene colpiti dalla pubblicità della colonia, che mette in luce tutti gli aspetti, perlopiù positivi, della stessa, per passare successivamente all’opera vera e propria: un tripudio di ogni tipo di animazione possibile ed immaginabile che cambia di secondo in secondo. Un attimo prima animazione effetto pastello, quello dopo cartapesta o creta, per tutto il tempo della durata, con evoluzione costante, mandandoci in ipnosi. Non fa eccezione la casa, le cui stanze si scompongono e si ricompongono in ogni istante da cima a fondo, trasformando i luoghi da indecorosi ad accogliente in qualsiasi momento non tralasciando nemmeno il pavimento, che si adegua alle esigenze di scena. Come se questi effetti non fossero già ipnotici di loro, ad addolcire ancor di più la pillola ci si mettono i dialoghi e la voce di Maria, che risulta essere dolce quanto rassicurante, anche in caso di pericolo. La nostra protagonista si rivela quindi una ragazza con un bel carattere, di cui si può fare affidamento facilmente anche in caso di difficoltà perché non si lascia sopraffare dagli eventi negativi che accadono riuscendo così a prendersi cura anche dei suoi piccoli amici, degli animali antropomorfi molto affettuosi nei suoi confronti… Ad un certo punto però questa parvenza fiabesca che ci culla vira verso un’altra direzione, ma in maniera così graduale e lenta che facciamo fatica ad accorgerci che tutto ciò che aveva costruito la nostra Maria si frantuma in mille pezzi, costringendola suo malgrado a prendere decisioni importantissime. Il film dura circa un’ora ed un quarto, ma come già scritto sopra ha un potere ipnotizzante incredibile per quanto mi riguarda: il concetto di trasformazione perenne è a dir poco affascinante, rendendo questo lavoro visivamente parlando una vera Opera (si, con la o maiuscola perché se la merita tutta) d’arte. I dialoghi sono risultati a dir poco superflui, usando un eufemismo, perché ci si lascia sopraffare da tutto ciò che gli occhi assorbono e dalla sensazione di pace che trasmette il film, per cui il mio consiglio è di aggiungere questa magnificente fiaba nera dalla struttura a dir poco accattivante alle vostre visioni… VALUTAZIONE 9/10

Review by MissManson