LA CRIATURA (1977) di Eloy de la Iglesia

Eloy de la Iglesia, uno dei registi più influenti del cinema spagnolo, con una carriera cinematografica lunga 4 decenni, (Bigas Luna, Pedro Almodovar e Augusti Villaronga gli devono tantissimo), nel 1977, dopo soli due anni dalla morte del dittatore spagnolo Francisco Franco e a seguito del ‘Massacro di Atocha’ (attentato nel quale persero la vita 5 avvocati di sinistra per mano di estremisti nostalgici di Franco), sfornava una perla drammatico-weird e zoofila sulla scia dei vari La Bête di Walerian Borowczyk e del nostrano BESTIALITA’ di George Eastman & Peter Skerl. LA CRIATURA, un film apparentemente goliardico, grottesco e perverso, nasconde una sottile analisi del cambio al vertice del potere nella Spagna nel 1975. Come avvenuto in altri paesi europei nel secolo scorso (Italia, Romania e Germania solo per citarne alcuni) la fine di una dittatura, che incise pesantemente sulla libertà del pensiero attraverso al censura e l’utilizzo monouso dei mass media, permise di dare vita a opere complesse nella struttura ma micidiali nell’analisi e soprattutto controverse nella forma. Spagna. Cristina e Marcos sono una coppia rispettabile (dove lui è un presentatore tra i più amati dal pubblico della TV legata al regime) e sposata da diversi anni ma che fatica ad avere un erede. Quando la moglie rimane incinta inaspettatamente Marcos è al settimo cielo. Vicino al parto, le sue speranze vengono infrante quando lei viene attaccata da un pastore tedesco nero. La paura dovuta dell’attacco le fa perdere il figlio in grembo. Per aiutare sua moglie a dimenticare la tragedia, il marito la porta sulla stessa spiaggia dove hanno trascorso la luna di miele. In quei gironi un pastore tedesco nero, simile a quello che lo aveva attaccato mesi prima, si avvicina alla coppia. Questo non ha tendenze bellicose ma cerca solo affetto dai due, in particolare da Cristina. Questa sconfigge la paura e finisce per affezionarsi al cane randagio, al punto che finisce per portarselo a casa e battezzarlo con il nome destinato al figlio neonato mai venuto alla luce, Bruno. Se inizialmente Marcos accetta il cane nella propria casa, convinto del beneficio nel cuore di Cristina che lo tratta come il figlio mai avuto, ben presto la gelosia nei suoi confronti finirà per scatenare una serie di eventi sempre più deleteri per la coppia. Tutto questo avviene proprio quando un feroce attentato mette a rischio il regime al governo e Marcos è candidato alle prossime future politiche …….Se il contenuto politico segnerà profondamente la pellicola (i parallelismi con la dittatura franchista, la forte caratterizzazione cattolica imposta dallo stato e soprattutto con i suoi nostalgici sostenitori autori dell’attentato citato sopra si sprecheranno), la componente estetica weird e morbosa della pellicola prenderà il sopravvento, regalando frangenti senza dubbio figli di un cinema provocatore e sperimentale tipico dell’epoca. Dominante la figura di Cristina, perennemente in contrapposizione al marito Marcos (che la spostata solo per fini economici ma poi ne soffre l’impossibilità di possederla), la quale diventerà fulcro e cuore della diatriba tra Marcos e Bruno. Memorabili diverse scene, come quella del ballo tra Cristina ed il cane, lei che soffre mentre vede Bruno scoparsi un altro cane (portato da Marcos per provocare la moglie) e soprattutto quella visione surreale (il riferimento più forte al cinema di Borowczyk) della gelosia di Cristina quando si immagina nervosamente Bruno con un’altra donna. LA CRIATURA è un notevole film che mira a mettere in luce quanto sia stata soffocante il regime filo-cattolico di Franco (e di come sia stato impossibile cambiare da un giorno all’altro la classe dirigente) attraverso una storia perversa, bizzarra e stravagante di zoofilia, libertà e … amore estremo. VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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