L’INGORGO (TRAFFIC JAM) del 1979 di Luigi Comencini

Anomala pellicola ad opera di Luigi Comencini, uno dei maggiori e più importanti esponenti della commedia all’Italiana del secolo scorso.
Se i numerosi nomi importanti, di attori e attrici, presenti in questa pellicola lasciano stupiti (Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Stefania Sandrelli, Annie Girardot, Fernando Rey, Ciccio Ingrassia, Gérard Depardieu e tantissimi altri), questa storia grottesca a tratti estrema, tratta vagamente dal racconto ‘L’autostrada del sud’ di Julio Cortázar, metterà in luce, in maniera cinica, le peggiori disumanità presenti e sopite nell’uomo moderno, quando quest’ultimo si trova rinchiuso in un micro mondo liberato dai vincoli e leggi che lo frenano durante la normale quotidianità.

Una tremenda congestione ha colpito l’anello autostradale di Roma. Il più grande ingorgo stradale mai visto.
Le persone bloccate nelle loro auto reagiscono normalmente all’inizio. Più il tempo progredisce e più siamo testimoni di drammi personali, reazioni isteriche, violenze, abusi e altro ancora. Le macchine e i loro ospiti diventano un microcosmo di storie parte di un grande universo: l’ingorgo!
Violenze, stupri, abusi, corruzione, miseria, prostituzione in cambi di favore, indifferenza e molto altro ancora, sono mostrate attraverso le numerose mini storie delle persone presenti nella assurda congestione autostradale, le quali finiranno per intrecciarsi e diventare teatro e specchio delle debolezze umane.
Attori del calibro di Alberto Sordi (un ricco industriale dagli affari poco limpidi), Marcello Mastroianni (un celebre attore orami in declino) e Ugo Tognazzi (un donnaiolo che ha una tresca con la donna del suo migliore amico), diventeranno più degli altri riflesso dei peggiori lati umani, come la corruzione, l’opportunismo più viscido e l’infedeltà. Tuttavia, la storia più estrema e selvaggia sarà quella afferente uno stupro di gruppo, mostrato in maniera cruda e violenta in puro stile exploitation, lontano anni luce dalla commedia, anche se bizzarra, fino ad allora mostrata.
Una storia più corale ed imponente nella sua rappresentazione rispetto a quanto mostrato da ‘NEL PIU’ ALTO DEI CIELI’ di Silvano Agosti, dove religione, diritti civili, politica, scontri sociali e altre tematiche, tanto care negli anni ’70 (come l’aborto), finiranno per diventare gli ingredienti pepati di questo bollente minestrone (rappresentato da questo enorme ingorgo che accomuna ricchi, poveri, famosi e sconosciuto) disumano e dai risvolti estremi.
L’INGORGO è come un enorme GRANDE FRATELLO italiano a cielo aperto, riflesso di un periodo storico ben preciso, dove alcuni vizi e poche virtù del made in Italy sono rimaste intatte ancora oggi.
Una pellicola geniale, divertente e amara allo stesso tempo, capace di far sorridere ma anche inorridire in alcuni frangenti. Imperdibile, oggi più di ieri! VALUTAZIONE 9/10
H.E.