LIZZIE (2018) di Craig Macneill

 

ATT.NE CONTIENE SPOILER
Il nuovo film del regista di THE BOY (thriller horror del 2015 con al centro la genesi di un futuro assassino seriale) è un thriller torbido e biografico su una delle figure storiche americane più note e controverse sul finire dell’800 e primi del ‘900, ovvero Lizzie Borden, accusata nel 1892 di aver ucciso a colpi d’ascia il padre e la matrigna. Lizzie fu protagonista di un celebre processo conclusosi con la sentenza di piena assoluzione, nonostante i gravi indizi di colpevolezza a suo carico, fecero della Lizzie una figura misteriosa destinata ad alimentare filastrocche, storie ed influenzare scrittori di romanzi horror e film, per finire ai giorni nostri con una recente serie Tv a lei dedicata.
1892: la caparbia Lizzie Borden vive con il suo ricco padre, la sua matrigna e la sorella a Fall River, nel Massachusetts. Si prende amorevolmente cura dei suoi piccioni e, occasionalmente, esce da quella casa cupa e poco illuminata, ma per il resto vive sotto rigide regole stabilite dal prepotente padre. Quando in famiglia viene assunta la domestica Bridget, le due si scoprono immediatamente affiatate. La loro amicizia inizia un po’ segretamente sbocciando poi in una relazione molto più intima. Nel frattempo la tensione all’interno della famiglia cresce e l’esistenza monacale di Lizzie diventa sempre più opprimente, trascinandola verso un inevitabile punto di rottura……
Abusi sessuali, prevaricazioni, maschilismo, lotte familiari (senza esclusione di colpi) per accaparrarsi una consistente eredità ed una figura quanto mai controversa ed apparentemente schizofrenica come quella di Lizzie, sono lo sfondo ideale di un dramma familiare destinato a sfociare nell’estremo più sanguinario, dove la celebre ascia, oggetto storicamente simbiotico con Lizzie, diventerà una costante presente e quanto mai letale nel corso della pellicola, ai danni di animali ed esseri umani. Se la nevrotica Chloë Sevigny appare quanto mai congeniale ad interpretare la celebre Lizzie, non meno affascinante è Kristen Stewart nei panni della domestica, amante e oggetto sessuale di famiglia, ago della bilancia inevitabile e destinata così ad influenzarne le celebri dinamiche e scelte quanto mai estreme.
Craig Macneill prova, per quanto possibile, ad attenersi ai fatti storici, del processo, dei risultati dell autopsie del padre e matrigna di Lizzie, e soprattutto dei giornali dell’epoca, assetati di accusare e giudicare ieri come oggi.
LIZZIE è un thriller storico dalle fortissime tinte horror, in quanto la violenza estrema non mancherà mai, dove la causa scatenante di una così forte follia omicida vede intrecciarsi amore morboso e attaccamento al denaro, in quanto entrambi rischieranno di svanire improvvisamente ….. Lizzie permettendo!
Belle le atmosfere, ottimi i costumi, belle le scene morbose e quelle estreme. Forse alla pellicola manca qualcosa per quanto concerne la caratterizzazione di Lizzie, a tratti troppo superficiale e finalizzata solo al duplice omicidio, mentre il processo finale viene mostrato troppo frettolosamente ed esaltato poco rispetto alle cronache dell’epoca. Un buon horror biografico dal sapore estremo! VALUTAZIONE 8/10

 

H.E.