LONG PIGS (2007) di Nathan Hynes & Chris Power

Mockumentary cannibale canadese che, pur traendo ispirazione dal leggendario MAN BITES DOG e dal più recente cinema indie sporco alla Fred Vogel di inizio millennio, riesce ad essere incredibilmente originale e frizzante. Merito dell’assurdo protagonista, un cannibale che da il consenso a due giovani registi di riprendere la propria quotidianità, e soprattutto della macabra ironia nerissima onnipresente, necessaria per alleggerire i momenti più tesi e cruenti della pellicola, legittimando così l’idea bizzarra di un cannibale moderno a prima vista affabile, simpatico ma pronto a colpire (e mangiare carne umana) alla prima occasione. 
Nathan e Chris sono due giovanissimi registi alle prime armi e al verde. Riescono a trovare forse l’occasione della vita per emergere quanto un ragazzone di 33 anni, tale Anthony McAllister, accetta di farsi riprendere giornalmente. A rendere il tutto interessante ed economicamente stimolante è l’abitudine cannibale di Anthony, il quale per la prima volta concede a qualcuno di filmare le sue gesta, di serial killer e soprattutto di cuoco di carne umana, professione al quale tiene tantissimo. <br>I due giovani registi inizialmente entrano in sintonia con il modus operandi di Anthony, il quale li coinvolge nelle sua malefatte quotidiane, quali adescare prostitute (in carne) per poi macellarle nel suo scantinato. Poi però qualcosa cambia, in particolar modo quando il vero passato di Anthony sembra differente da quanto loro raccontato dallo stesso cannibale. Tra omicidi efferati e piatti gourmet, l’escalation di violenza e barbarie, Anthony sembra sempre più fuori controllo ed ingestibile…..
LONG PIGS è probabilmente la versione di qualità della trilogia ‘August Underground’ ad opera di Fred Vogel, dove alla becera violenza e il sacro gore viene associata una caratterizzazione massiccia (e mai completamente presa sul serio, in quanto trattasi di un falso documentario) del serial killer protagonista. Se la macellazione della prostituta nei minuti iniziali rappresenta quanto di meglio si possa vedere in un indie horror estremo, il continuo mescolare ironia e momenti inquietanti regala alla fine un lavoro brillante e singolare. Proprio un momento di contorno, come una visita causale ad una fattoria di suini, regalerà quel momento di verità tanto desiderato dai due registi. Lo stesso vale per forse il momento più disturbante, stranamente privi di gore, dove i due registi affiancati da Anthony intervistano un padre che narra delle figlia misteriosamente scomparsa due anni primi in circostanze misteriose. Tutto questo mentre il sorriso beffardo e assi maligno di Anthony a fianco del padre catturerà la nostra attenzione, finendo così per causarci un brivido estremo lungo la schiena. 
Tra scazzottate sul campo da hockey su ghiaccio, alta scuola di macellazioni, la madre impazzita e malata di Anthony, ricette culinarie ‘prelibatissime’ a base di carne umana, esecuzioni improvvise e costanti interviste ad due agenti della polizia (con numerose teorie afferenti le menti malate dei serial killer con motivazioni deviate annesse), la pellicola prosegue a meraviglia verso il finale distruttivo e grottesco allo stesso tempo, dove assisteremo alla vita post documentario LONG PIGS dei diversi protagonisti, Anthony compreso. 
Una piccola perla estrema di assoluto valore che, nonostante l’evidente low budget della produzione, non annoia mai e regala un personaggio estremo e straripante di tutto rispetto. Imperdibile! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.